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dittatura dei pm. «COLETTA! CHI ERA COSTUI?». DAL MOMENTO CHE HO SUPERATO L’ESAME DI STATO, IO ERO, SONO E SARÒ GIORNALISTA VITA NATURAL DURANTE

A certi punti (arresti di giornalisti, sequestri di organi di stampa e di libera espressione di opinioni) siamo giunti solo in epoca nazifascista e staliniana. Ma la gestione del Pm Coletta ha riportato il gioco dell’oca alla casella numero 1. Dobbiamo continuare a chinare la testa perché chi comanda ha sempre ragione, dottoressa Martucci?


Il Pm Tommaso Coletta

L’ottavo capitolo dei Promessi Sposi si apre con un incipit che è diventato proverbio: «Carneade! Chi era costui?». Lo stesso fu quando Massimo Donati del Tirreno ci avvisò delle meraviglie di Mirabilandia con l’arrivo di Tommaso Coletta, il procuratore della repubblica “figlio d’arte” che promise miracoli.

Ma come l’ottavo capitolo del romanzo manzoniano viene appellato (modus dicendi tipico di Luca Gaspari) “la notte degli imbrogli e dei sotterfugi”, allo stesso modo la cosiddetta Èra Colettica rischia di acquisire parecchie “coloriture antonomastiche” a connotazione tutt’altro che edificante.

Tipo? Tipo: l’Èra degli arresti del Gatto e dei vigili, Il processo della chiava e del Maricchiolo, Die Freienpresseunterdrückungzeit (il tempo della soppressione della stampa libera), Die Langenmesserstechereiennacht (la notte dei lunghi accoltellamenti), Die Heilspfadfinderszeit (il tempo dello scout della salvezza), Die Gestohlenenregenschirmsnacht (la notte degli ombrelli rubati) e così via…

Sto scherzando. È proibito anche questo a Pistoja?

Oggi, di primo mattino, Radio Scarpa ha diffuso un bollettino inatteso. La famosa radio del fronte sarcofagèo ha sussurrato che il capo della procura pistoiese sarebbe sul piede di partenza.

Ci sarà da crederci o no? Già quando Coletta arrivò e diè la stura all’autoincensamento nelle mani del Donati, sentimmo dire che la sua presenza sarebbe stata una sorta di passaggio di cometa, tanto che gli augurammo un buon ritorno a Firenze accanto al suo «prossimo sociale» Luca Turco, il fratello della sorellina Lucia, da Tom protetta e dichiarata in-intercettabile a Daniele Cappelli.



Poi lo scandalo Creazzo-Sinatra congelò il tutto.

Stavolta sarà vera la notizia? E lui, Tom Col, che dal suo arrivo a oggi è riuscito a ingrippare tutta la macchina della giustizia penale in Pistoja; lui che professava di parlare con tutti i personaggi in scena, se la sentirà, almeno per una volta, di mantenere una delle sue mille promesse, quella di rispondere a chi gli si rivolge e gli fa una domanda, dato che finora è stato muto come un convitato di [La] Pietra? Ce lo dirà o no se la notizia è vera o solo pensata, bramata, auspicata, evocata, disiata, invocata, aspettata, attesa e sinora sospesa da tutto il personale del Terzo Piano?

Ma come spiega, Ferrini, il 26% di errori di Pm e sostituti a Pistoja? Non lo sa che la maggior parte delle indagini sono copia-incolla fatti male e senza riscontro?

A questo punto, ammesso che la cometa di Halley trànsiti sul cielo pistojese, e in attesa – sempre che vero sia – che ne arrivi uno nuovo, di Pm: sia i penalisti che operano in Pistoja, sia il presidente della Camera Penale (l’avvocato Andrea Ferrini), sia i giornalisti dell’albo, albigiani-albigesi-albinisti-albini-albani (e qui penso non solo a Massimo Donati, ma anche a Luigi Egidio Bardelli, padrone di Tvl-Tv Libera [quando gli pare] Pistoia), possono iniziare un corso accelerato di Yoga per l’esercizio del licking trascendentale alla new entry.

Sono convinto che saranno tutti pronti a riconoscere a chi arriva – come lo hanno riconosciuto a Tom Col nel Canto al Balì – l’uso certificato En ISO 9001 che l’art. 358 ccp è un fiore all’occhiello del Terzo Piano pistojese.

  • Avanti, c’è posto!

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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PER NEGARCI IL DIRITTO DI INFORMARE

CI AVETE SEQUESTRATO «LINEA LIBERA».

A CHI VI SIETE ISPIRATI, A GIUSEPPE STALIN?




È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.

Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori.

Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori.

[L. 69/1963, art. 2]

MA LA COSTITUZIONE…


  • 1. Non parla e non conosce né l’Ordine dei Giornalisti né l’obbligo, di chi scrive e informa il popolo sovrano, di essere iscritto a un ordine istituito con una legge ordinaria che non poteva e non doveva oltrepassare il dettato costituzionale.

  • 2. La sorella di Mattarella, infatti, recita: «La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure» (art. 21 Cost.).

  • 3. Riconosce alla stampa una libertà assoluta e indipendente da qualsiasi altra autorità: specie quella persecutoria di certi personaggi che intendono creare il mondo a loro immagine e somiglianza, violando il dovere di essere fedeli allo Stato e sottoposti alla legge, agendo senza «disciplina ed onore» come richiesto (art. 54 Cost.).

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E POI C’È IL PROBLEMA DEI DANNI ALLA TESTATA

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