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dittatura dei pm. «LA STAMPA NON PUÒ ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE»: E SPERIAMO CHE LO CAPISCA ANCHE IL PM COLETTA CHE NON INTERCETTA LA LUCIA TURCO, SORELLA DEL SUO «PROSSIMO SOCIALE»

Linea Libera torna on line oggi, 18 maggio 2024, con tutte le caratteristiche di legge che le permettono di non registrarsi e di evitare l’obbligo tirannico del doversi inchinare da serva alle «autorità costituite» e alla pessima gestione farisaica dell’albo dei giornalisti di Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini

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Il dittatorialismo non è mai finito, perché fa parte dell’anima umana e quindi anche di quella italica.

Edoardo Bianchini. Siamo tornati. «Eh già. Sembrava la fine del mondo, Ma siamo ancora qua»...

Il dittatorialismo non è mai terminato, perché i Pm e i sostituti di Pistoja ne danno conferma quotidianamente con i loro sviamenti di potere che offendono la Costituzione sulla quale, a sostegno della legalità, il sostituto Claudio Curreli – incompatibile per mille motivi a Pistoja – impartisce lezioni di rispetto delle leggi.


Un rispetto che lui stesso per primo non rispetta e, a detta dello stesso presidente del tribunale Babarisi, con la compiacenza dittatoriàlica e protezionistica del Csm-Consiglio Superiore della Magistratura (la clava degli intoccabili di Sergio Mattarella) e dell’Anm-Associazione Nazionale Magistrati, il sindacato unico degli industriali della legge deviata.


Il dittatorialismo non si è mai esaurito, non perché l’Italia sia una fasciatura come urlano gli ottimati della sinistra, ma perché un manipolo di dittatori di fatto, come i mazzieri di Pisistrato, hanno okkupato l’acropoli e si sono fatti padroni incontrastabili delle nostre vite.

Dinanzi a migliaia di magistrati che lavorano in umiltà e silenzio, a testa bassa, senza fare rumore, senza distorcere i princìpi fondamentali della legalità, oggi ancor più da difendere «con disciplina ed onore»: un gruppetto di “desperados”, in ogni tribunale di quest’Italia fatta massacrare dai padroni d’Europa (e penso all’infernale Ursula von der Leyen e ai suoi assassinanti vaccini acquistati per fare cassa propria) il tutto grazie ai Dem, cui spesso si affiancano i mazzieri delle acropoli italiane; un gruppetto di “desperados” lavorano contro tutto e contro tutti per sostenere una loro posizione di potere che, a ben vedere, è in odore di disturbo psichico bisognoso di aiuto. Credono di essere perfetti e sono solo dei nani oppressori.


La storia di questo giornale (che, in quanto tale, è un periodico o non uscirebbe periodicamente ogni giorno) ne è un emblema.


Perseguitato da Coletta e dai suoi sette nani (quanto a profilo morale); osteggiato dalla Gip Patrizia Martucci, che non ha saputo ragionare a dovere e secondo princìpi di logica, quali vengono chiesti dalla legge; condannato ingiustamente da Luca Gaspari, che ha tirato a falciare solo per non voler vedere ciò che gli era stato inviato e messo sotto il naso di persona, facendo il tutto per non mettersi in contrasto con il Terzo Piano dei padroni: questo giornale, unico degno di essere stimato informazione, dacché non rispetta nessun uomo più della verità, è il segno della nuova resistenza all’oppressore di regime che ci sovrasta e perseguita, a Pistoja, come altrove.


Cosa diranno i padroni, ora che la Fenice è risorta dopo l’impallinata ignominiosa, decretata da Alessandro Buzzegoli il quale ha rinunciato al proprio cervello pur di ossequiare il potere imperante di chi – e lo si vede a occhio nudo – non lavora, come aveva promesso, per la “gente comune”, proprio mentre minacciava il luogotenente della Finanza, Daniele Cappelli, perché lui non intercettava la Lucia Turco?



Riusciranno a comprendere, sui seggioloni del loro iperuranio sapere, che la legge non è nominalismo; che la Cassazione non è l’Accademia della Crusca e che non può decidere su questioni (la lingua e l’uso della lingua italiana, che non conosce); e che perfino l’Editto Albertino sulla stampa era e resta superiore a tutta la superbia decisionale di cui si ammantano lorsignori per dar l’idea, rizzando le penne, di non essere degli scriccioli quali, ma dei pericolosissimi condor?


La caprità di Sgarbi non è un fatto che non tocca le toghe in quanto tali. Oratori si diventa – diceva Cicerone. Caprini, aggiungerei, si nasce.


E proprio per questo molti di loro dovrebbero tornare a scuola. Per imparare la gerarchia delle fonti e il valore di una legge (la 47 del 1948) dittatorialmente limitante l’art. 21 Cost. sulla libertà di pensiero, critica, cronaca e creatività.


Partano, Snow White and the Seven Dwarfs, da questo caposaldo albertino:


CAPO VIII. Delle pubblicazioni periodiche. Art. 35.

Qualunque suddito del Re il quale sia maggiore d’età e goda del libero esercizio

dei diritti civili, qualunque società anonima o in commandita, qualunque corpo

morale legalmente costituito nei Regii Stati, potrà pubblicare un giornale o uno

scritto periodico, purché si uniformi al disposto del seguenti articoli.


Ci arriveranno mai i nominalisti aristotelici del Terzo Piano a comprendere, sponte sua, cosa significano i termini legalità, trasparenza, terzietà, imparzialità, indipendenza?


O, come Zelensky, anche loro, con il loro nanismo da Terra Aperta e libera violazione dell’art. 358 cpp, continueranno a credere di essere immortali ed eterni, coltivando la falsa opinione che, siccome sono lì e Csm, Anm, Procura di Genova li proteggono, potranno continuare a devastare le steppe di questa povera Italia?

Ma come si fa a pensare che la verità possa essere soppressa per asfissia, difensori della Costituzione e della legge?

Linea Libera, Periodico di Area Metropolitana, è qua e qua resta a vera difesa di chi è “gente comune”, per onorare il vero giornalismo montanelliano che non conosce né riconosce l’autorità di nessun Turco caro a Coletta.


E il suo direttore – io che scrivo –, vogliano o non vogliano, gradiscano o non gradiscano Snow White and the Seven Dwarfs, non è come loro, un criminale che spara sulla legge, ma un giornalista degno e onorato, con tanto di patente da professionista, odiato da Carlo Bartoli (presidente nazionale) e Giampaolo Marchini (presidente giornalisti toscani) perché non intende in alcun modo obbedire a una gestione dell’Ordine e dell’Albo a dir poco sconcertante se non emetica quanto a protezioni e favori.


Né si china, questa direzione, a chi, al Terzo Piano, protegge (come la Lucia Turco) il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, il mai-comandante dottor Andrea Alessandro Nesti ex Vpo di Pistoia, i due falsi testimoni (Bimbominkia & Agnellone) calunniatori che hanno finito per proteggere il Nesti, e una decina di altri imbecillucoli che, essendosi scoperti senza mutande, altro non hanno saputo fare che ammassare querele-bavaglio sùbito accolte da un magistrato come Claudio Curreli: lui, davvero, clandestino e frangi-legge in mille modi e adattato a favorire l’estensione del vicofarismo.


Volete sopprimermi perché non obbedisco? A voi, che non avete dignità morale, ogni cittadino che si rispetti, ha il dovere di non obbedire, perché facendolo, ipso facto, prenderebbe la tessera del PNF e della giustizia deviata.


Siamo tornati. Eh già. Sembrava la fine del mondo, Ma siamo ancora qua. Ci vuole abilità. Eh, già. Il freddo quando arriva poi va via – canta il Vasco nazionale –. Il tempo di inventarsi un’altra diavoleria…


Siamo tornati. Viva Linea Libera, viva la stampa libera, via la Costituzione e l’art. 21, vittime di Snow White and the Seven Dwarfs!

Edoardo Bianchini

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