Linea Libera torna on line oggi, 18 maggio 2024, con tutte le caratteristiche di legge che le permettono di non registrarsi e di evitare l’obbligo tirannico del doversi inchinare da serva alle «autorità costituite» e alla pessima gestione farisaica dell’albo dei giornalisti di Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini
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Il dittatorialismo non è mai finito, perché fa parte dell’anima umana e quindi anche di quella italica.
Il dittatorialismo non è mai terminato, perché i Pm e i sostituti di Pistoja ne danno conferma quotidianamente con i loro sviamenti di potere che offendono la Costituzione sulla quale, a sostegno della legalità, il sostituto Claudio Curreli – incompatibile per mille motivi a Pistoja – impartisce lezioni di rispetto delle leggi.
Un rispetto che lui stesso per primo non rispetta e, a detta dello stesso presidente del tribunale Babarisi, con la compiacenza dittatoriàlica e protezionistica del Csm-Consiglio Superiore della Magistratura (la clava degli intoccabili di Sergio Mattarella) e dell’Anm-Associazione Nazionale Magistrati, il sindacato unico degli industriali della legge deviata.
Il dittatorialismo non si è mai esaurito, non perché l’Italia sia una fasciatura come urlano gli ottimati della sinistra, ma perché un manipolo di dittatori di fatto, come i mazzieri di Pisistrato, hanno okkupato l’acropoli e si sono fatti padroni incontrastabili delle nostre vite.
Dinanzi a migliaia di magistrati che lavorano in umiltà e silenzio, a testa bassa, senza fare rumore, senza distorcere i princìpi fondamentali della legalità, oggi ancor più da difendere «con disciplina ed onore»: un gruppetto di “desperados”, in ogni tribunale di quest’Italia fatta massacrare dai padroni d’Europa (e penso all’infernale Ursula von der Leyen e ai suoi assassinanti vaccini acquistati per fare cassa propria) il tutto grazie ai Dem, cui spesso si affiancano i mazzieri delle acropoli italiane; un gruppetto di “desperados” lavorano contro tutto e contro tutti per sostenere una loro posizione di potere che, a ben vedere, è in odore di disturbo psichico bisognoso di aiuto. Credono di essere perfetti e sono solo dei nani oppressori.
La storia di questo giornale (che, in quanto tale, è un periodico o non uscirebbe periodicamente ogni giorno) ne è un emblema.
Perseguitato da Coletta e dai suoi sette nani (quanto a profilo morale); osteggiato dalla Gip Patrizia Martucci, che non ha saputo ragionare a dovere e secondo princìpi di logica, quali vengono chiesti dalla legge; condannato ingiustamente da Luca Gaspari, che ha tirato a falciare solo per non voler vedere ciò che gli era stato inviato e messo sotto il naso di persona, facendo il tutto per non mettersi in contrasto con il Terzo Piano dei padroni: questo giornale, unico degno di essere stimato informazione, dacché non rispetta nessun uomo più della verità, è il segno della nuova resistenza all’oppressore di regime che ci sovrasta e perseguita, a Pistoja, come altrove.
Cosa diranno i padroni, ora che la Fenice è risorta dopo l’impallinata ignominiosa, decretata da Alessandro Buzzegoli il quale ha rinunciato al proprio cervello pur di ossequiare il potere imperante di chi – e lo si vede a occhio nudo – non lavora, come aveva promesso, per la “gente comune”, proprio mentre minacciava il luogotenente della Finanza, Daniele Cappelli, perché lui non intercettava la Lucia Turco?
Riusciranno a comprendere, sui seggioloni del loro iperuranio sapere, che la legge non è nominalismo; che la Cassazione non è l’Accademia della Crusca e che non può decidere su questioni (la lingua e l’uso della lingua italiana, che non conosce); e che perfino l’Editto Albertino sulla stampa era e resta superiore a tutta la superbia decisionale di cui si ammantano lorsignori per dar l’idea, rizzando le penne, di non essere degli scriccioli quali, ma dei pericolosissimi condor?
La caprità di Sgarbi non è un fatto che non tocca le toghe in quanto tali. Oratori si diventa – diceva Cicerone. Caprini, aggiungerei, si nasce.
E proprio per questo molti di loro dovrebbero tornare a scuola. Per imparare la gerarchia delle fonti e il valore di una legge (la 47 del 1948) dittatorialmente limitante l’art. 21 Cost. sulla libertà di pensiero, critica, cronaca e creatività.
Partano, Snow White and the Seven Dwarfs, da questo caposaldo albertino:
CAPO VIII. Delle pubblicazioni periodiche. Art. 35.
Qualunque suddito del Re il quale sia maggiore d’età e goda del libero esercizio
dei diritti civili, qualunque società anonima o in commandita, qualunque corpo
morale legalmente costituito nei Regii Stati, potrà pubblicare un giornale o uno
scritto periodico, purché si uniformi al disposto del seguenti articoli.
Ci arriveranno mai i nominalisti aristotelici del Terzo Piano a comprendere, sponte sua, cosa significano i termini legalità, trasparenza, terzietà, imparzialità, indipendenza?
O, come Zelensky, anche loro, con il loro nanismo da Terra Aperta e libera violazione dell’art. 358 cpp, continueranno a credere di essere immortali ed eterni, coltivando la falsa opinione che, siccome sono lì e Csm, Anm, Procura di Genova li proteggono, potranno continuare a devastare le steppe di questa povera Italia?
Linea Libera, Periodico di Area Metropolitana, è qua e qua resta a vera difesa di chi è “gente comune”, per onorare il vero giornalismo montanelliano che non conosce né riconosce l’autorità di nessun Turco caro a Coletta.
E il suo direttore – io che scrivo –, vogliano o non vogliano, gradiscano o non gradiscano Snow White and the Seven Dwarfs, non è come loro, un criminale che spara sulla legge, ma un giornalista degno e onorato, con tanto di patente da professionista, odiato da Carlo Bartoli (presidente nazionale) e Giampaolo Marchini (presidente giornalisti toscani) perché non intende in alcun modo obbedire a una gestione dell’Ordine e dell’Albo a dir poco sconcertante se non emetica quanto a protezioni e favori.
Né si china, questa direzione, a chi, al Terzo Piano, protegge (come la Lucia Turco) il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, il mai-comandante dottor Andrea Alessandro Nesti ex Vpo di Pistoia, i due falsi testimoni (Bimbominkia & Agnellone) calunniatori che hanno finito per proteggere il Nesti, e una decina di altri imbecillucoli che, essendosi scoperti senza mutande, altro non hanno saputo fare che ammassare querele-bavaglio sùbito accolte da un magistrato come Claudio Curreli: lui, davvero, clandestino e frangi-legge in mille modi e adattato a favorire l’estensione del vicofarismo.
Volete sopprimermi perché non obbedisco? A voi, che non avete dignità morale, ogni cittadino che si rispetti, ha il dovere di non obbedire, perché facendolo, ipso facto, prenderebbe la tessera del PNF e della giustizia deviata.
Siamo tornati. Eh già. Sembrava la fine del mondo, Ma siamo ancora qua. Ci vuole abilità. Eh, già. Il freddo quando arriva poi va via – canta il Vasco nazionale –. Il tempo di inventarsi un’altra diavoleria…
Siamo tornati. Viva Linea Libera, viva la stampa libera, via la Costituzione e l’art. 21, vittime di Snow White and the Seven Dwarfs!
Edoardo Bianchini
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