Sapete bene come la penso: don Biancalani fa il suo giustamente secondo la propria scelta di vita. Ma da qui a sostenere che è accusato di “applicare il Vangelo” o di essere responsabile solo di «particolari tenuità», non bastano le gambe di Belen per non sciancarsi mentre si cerca di superare il fosso dell’assurdo. E questo ripropone drammaticamente la condanna di avere una giustizia irresponsabile come quella che subiamo ogni giorno a Pistoja
I contadini miei antenati per la nausea che avverte dell’arrivo del vomito, usavano l’espressione popolare «mi si rovescia il berrettino», dove berrettino sta per lo stomaco del coniglio che assume, dopo cotto, la vaga immagine di quell’oggetto.
In questo momento sto personalmente provando questa sensazione se ripenso all’amministrazione della giustizia a Pistoja. Una giustizia a due, tre, quattrocentomila velocità: a seconda dei cognomi e delle persone; dei fortunati e dei perseguitati; dei sommersi e dei salvati di levitica memoria; dei Turchi e/o degli eschimesi.
Mi riferisco – e non voglio andare oltre – alla vicenda di don Biancalani, stamattina comparso su La Nazione perché finito a giudizio per la discarica di Vicofaro, ma con prognosi fausta da parte dello stesso pubblico ministero (richiesta di assoluzione ex art. 131 bis cp) dinanzi al giudice Alessandro Buzzegoli.
Buzzegoli è l’eroe che fa chiudere i giornali legittimamente in linea (perché tale era e resta Linea Libera, ex art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012, convertito in legge: quindi alla pari della legge 47/48 di cui abroga le norme non più assolute come la registrazione) per obbedire ossequiosamente all’ordine superiore del soviet del Terzo Piano di Coletta, e in contrasto con il dettato dell’art. 21 della Costituzione laddove si legge che «La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
E poi mi redarguisce perché non vole sentire lezioni di diritto da me: note che eviterei più che volentieri di fargli se fossi certo – ma non lo sono – che il suo è vero spirito legalitario e costituzionale.
Ancor più «mi si rovescia il berrettino» leggendo le fantasiose tesi del difensore di don Biancalani, che è ancor più fausto del suo stesso nome (Fausto Malucchi) allorquando dichiara (che furbata!) di vedere il Biancalani accusato di “avere applicato il Vangelo”. C’è un limite anche nel difendere un cliente: si chiama decenza, se se ne varca il confine in termini di ridicolezza.
A Pistoja, in verità, l’unico Vangelo che si applica – checché ne dica il Malucchi – è quello del quattrino. E non si transige, se è vero, come lo è, che per debiti inferiori ai 100 mila euro (vedi esecuzioni Baldi, Ferretti etc.) il tribunale degli espropri proletari in nome del popolo italiano arriva a portar via ai debitori perfino cifre da uno a tre milioni di euro.
Tra l’altro è interessante ripassarlo, il Vangelo, specie al punto in cui i farisei si presentano da Gesù e gli chiedono se le imposte&tasse debbano essere pagate. E lui risponde di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, per cui resta difficile vedere anche tutto l’impegno di cittadinanza attiva di Claudio Curreli con gli scout-Agesci, per insegnare ai suoi pargoli che, dal suo indiscutibile punto di vista, viene prima Dio che non il contratto che Claudio ha accettato con lo stato quando ha vinto il concorso per pubblico ministero (e non particolarmente brillante, per chiarezza: visto il trattamento di Padre Fedele Bisceglia!).
Detto questo e cassata la tesi-cazzata della difesa di Biancalani martire per avere applicato il Vangelo (obiettivamente non sapevo che fosse legge dello stato), quando Buzzegoli avrà deliberato, vedremo se davvero a Pistoia la legge è uguale per tutti e se tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge.
O se, nella striscia di Gaza del Terzo Piano, terreno minato dappertutto, valgano davvero di più i Turchi (cari a Coletta) o i Perrozzi-Nesti e altri (cari a Curreli) che non chi, «affamato e assetato di giustizia» (come si legge nel discorso della Montagna) forse sarà sì saziato, ma solo di ignominia a scialo con persecuzioni giudiziarie e perfino 104 giorni di arresti domiciliari. E proprio per mano di magistrati di ispirazione cattolico-evangelica come Curreli.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo!
Edoardo Bianchini
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La verità non si ammazza oscurando i giornali che stuzzicano i nervi scoperti del regime che stiamo purtroppo vivendo!
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