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dittatura dei pm. PERCHÉ IO DEVO OBBEDIRE MENTRE CLAUDIO CURRELI E SUA MOGLIE NO? ME LO VOGLIONO SPIEGARE IL BUZZEGOLI E IL DE MARZO?

Qual è il vero motivo della chiusura di Linea Libera se non il fatto che il giornale mostra al popolo (pur se esso tace e fa finta di nulla) le indecenze di un’amministrazione giudiziaria che sta consumando la città di Vanni Fucci? È dimostrabile, forse, che questa tesi è falsa?



Stamattina, tanto per continuare a esercitare un mio naturale diritto universale e, poi, costituzionale, che dispiace assai a Ser Coletta & C., ho deciso di portare in metafora satirica, per tabulas, la situazione che si respira a Pistoja da sempre.

Nel “Disco di [in]Festo” che vedete incollato sul palazzo del tribunalo (ove il male non ha uguàlo), v’è la rappresentazione icastica dello status dei rapporti interni che intercorrono tra il vertice del potere (individuato nella procura – intransigente, nebulosa e dura) e i gradini inferiori del potere della piramide (ben nascosta sotto la sua clàmide togàtica).

Tràttasi di una rappresentazione, ovviamente, satìrica. Che darà noja un bel po’ allo f.f. Giuseppe Grieco: lui afferma che io non lo fo ridere. E ha ragione. Perché, come la sàtira, io «castigo, ridendo mores»; tiro staffilate e perciò sono un rompi-òva-di-Pasqua.


E le rompo a tutti, quest’òva, perché al contrario delle leggi della procura pistojese – che vengono adoperate come tronchesi anti-cittadino e come scudi spaziali a protezione delle teste dei magistrati (fortunatamente non tutti, perché alcuni – ma sempre troppo pochi – sono dei veri gentiluomini e non come i procurali, il più delle volte cialtroni e approssimati...) –; al contrario delle loro leggi, che per i nemici (io-me) si applicano e per gli amici (i loro favoriti) si interpretano, le mie leggi da montanelliano (terzietà, imparzialità e indipendenza delle informazioni) vengono cucite addosso a tutta la gente che rientra nella categoria dell’art. 3 della Costituzione: alla quale appartengono anche i discendenti di Sansone, membro della casta dei giudici presso gli ebrei della Bibbia, almeno fin quando non gli tagliarono la fluente chioma.

Il CSM o Consiglio Superiore della Magistratura mi ha risposto, nei mesi scorsi, per ben due volte, sottolineando che anche i giudici sono uomini di cui all’art. 3 sopra citato. Onde dubbio non v’è che costoro siano non solo soggetti, ma assoggettabili, in ogni momento, alle libere critiche di un loro “compare” pur se vissuto e cresciuto nello spregiato popolo e non fra le fi[e]le dei vincitori di concorsi in magistratura.

E allora compariamoci in termini di trasparenza assoluta e di assoluta e costituzionale uguaglianza.



Sono forse io che sbaglio? Non credo proprio. Ma se analizzo (analizzare: etimologia da anàlysis greco; paretimologia: verbo causativo dal sostantivo ano…) la situazione di Pistoja con gli occhi di Maurizio Crozza o del livornese Mario Cardinali, vedo che il sopracitato Disco di [in]Festo non lascia dubbi sull’interpretazione della situazione pitojese: la procura di Vanni Fucci dà tutta l’impressione di comportarsi come quella di Perugia. Si ha l’idea – si può avere l’impressione o per Curreli è un reato di stalking di pensiero? – che il Terzo Piano abbia cassetti pieni di dossier contro i colleghi di rango (secondo loro) inferiore, operanti in penale e in civile (anche così: incivile).

Il male non lo provoca chi lo racconta, ma chi lo pone in essere e lo diffonde a larga mano

Si tratta solo di giungere a capire chi davvero regna e impèra in procura (la cordata Coletta oppure quella sorretta da Curreli & C.?); e di capire perché solo quattro o cinque magistrati non si lascino mettere i piedi in testa dalla innegabile vis a tergo (spinta da dietro per i latinisti mancati) su cui costruiscono il proprio autoritarismo tirannico sia il Coletta, che salva la Lucia Turco (sua prossima sociale), che i suoi cavalieri della tavola stondata.

Oggi è la festa del patriarca Giuseppe, padre putativo di Gesù. Auguri a tutti i papy, siano o non siano geneticamente autori del DNA dei figli loro ascritti all’anagrafe.

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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A Pistoia, e nonostante gli scout catto-cristiani dell’Agesci, è tutta una sassaiola.

Con le parole di Cristo «chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra», si fa strame di carta igienica allo stesso modo con cui l’orso della vignetta si netta usando il coniglio.

E la chiamano giustizia…

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PER RINFRESCARE LA MEMORIA SUI DIFENSORI DELLA LEGALITÀ


Questo sì che crea "allarme sociale", non «Linea Libera»

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