Per Pm e sostituti di Pistoja è molto più facile confodere le menti dei cittadini che mettersi a studiare i casi loro assegnati leggendo tutti i documenti che hanno sotto gli occhi. “Lavorare stanca”, scriveva Cesare Pavese. Ma la Costituzione è chiara: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore» e «La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure»
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Il 24 novembre 1999, quando fu bandito il concorso per comandante dei vigili di Agliana, una bella lettera anonima, realizzata con i ritagli dei caratteri da giornale, poneva, agli allora capoccioni della procura della repubblica di Pistoja, la famosa domanda: Scommettiamo che il concorso lo vincerà il signor Andrea Nesti? (foto 1)
La procura non pensè troppo. Iscrisse la lettera nel registro deli anonimi e poi, senza fretta, flemmaticamente, mandò tutto all’archivio-cestino.
Va detto, anche, con un comportamento piuttosto ambiguo, dacché essa, in un caso come questo, archiviò; mentre oggi Coletta, il Pm capo “figlio d’arte”, dinanzi a un esposto anonimo ha messo sotto torchio la Pistojese. Mistero della Fede della Mezzaluna del Turco.
Chi c’era, all’epoca, a Pistoja, dei sostituti in servizio oggi? Solo Giuseppe Grieco, immigrato, fresco freso, da Napoli il 30 ottobre 1998 e oggi effeèffe.
Il concorso (anche di colpa…) fu espletato senza scossoni e, badacaso, il primo in graduatoria risultò proprio il Nesti, come da previsione anonima di anonimo Nostradamus.
In séguito a questo, con atto Rep. 5/2000, firmato da Sergio Jubini (foto 2), il Nesti venne chiamato a prendere servizio ma con la seguente clausola risolutoria: «È in ogni modo condizione risolutiva del contratto, senza obbligo di preavviso, l’annullamento della procedura di reclutamento…».
Poco dopo la firma nasce una diatriba fra il secondo in graduatoria (il dottor Mauro Goduto) e il Nesti. Su cosa?
Goduto rifà i calcoli dei punteggi e vede che il Nesti-vincitore non è, in realtà, vincitore vero, ma solo secondo.
Dunque – e per farla breve – scoppia un casino all’italiana, in cui l’amministrazione comunale rossa di Agliòpoli, guidata da Paolo Magnanensi (1999-2009), sostiene a tutti i costi la posizione del Nesti contro il Goduto. Emerita imbecillaggine da soviet che ha sempre ragione.
La cosa sfocia in un ricorso al Tar che decide – con i suoi tempi eterni – per l’auto-esecutività dell’annullamento della posizione nestiana.
Tutti d’accordo, però, dalla segretaria Madrussan a tutta l’infiammazione patriottico-partigiana aglianese. Tutti vogliano il Nesti, unto di Dio, e lo vogliamo sùbito. Altra emerita imbecillaggine da soviet che ha sempre ragione.
Così l’agliosa Agliana, per difendere un suo prediletto (i cattolici cantano Noi vogliam Dio, i comunisti di Magnino Magni, invece, Vogliamo il Nesti…) pianta i presupposti di un contezioso che conoscono tutti a menadito e che, nel 2015, finisce in tragedia. Un contenzioso ignorato solo dalla illuminata procura durante e dopo, perché, evidentemente, anche ad essa il Nesti è caro.
E che Nesti fosse l’unto di Dio, ce lo ha ripetuto, abbastanza recentemente, in aula – e sotto giuramento dinanzi alla giudice Daniela Bizzarri – la successora della segretaria Madrussan, la cosiddetta Fata Smemorina, alias Donatella D’Amico che ha dichiarato, in sintesi, che le sinistre al potere non volevano, al comando dei vigili, né la Sonia Caramelli, né la Lara Turelli.
Lo vorranno capire o no, questo, le pubbliche accuse (Vpo compresi) da Coletta in giù? Con le lauree di cui dispongono, saranno capaci di intuire il problema non per quello che loro vogliono che sia, ma per quello che è? Speriamo: perché sono pagati proprio per questo.
Le cose, tuttavoia, non vanno particolarmente lisce. Sotto il regno di Paolo Magnanensi e poco dopo la contrattualizzazione (nulla in radice) del Nesti, il 28 febbraio del 2000 (Nesti è nuovo di pacca, come si dice) a Paolo lo schitarratore, padre della Serena annunciatrice in Tvl di Luigi Egidio Bardelli, arriva un’altra lettera anonima direttamente indirizzata a lui (foto 3) e lui, più veloce della luce (foto 4) la trasmette, per opportune indagini, alla procura di Pistoia. Che come al solito se ne impipa altamente. Nessuno tocchi Caino.
Per la procura pistoiese sembra che valga la norma e regola Tutto ciò che tocca il Nesti, sia archiviato dentro i cesti(ni). Ovviamente della carta straccia.
Vi invito a leggere attentamente la descrizione del clima al comando vigili di Agliana-Agrùmia (così appellata dalla Blimunda, moglie del Nesti e donna letterata che in latino, però, confonde i verbi), durante l’instaurazione del clima del terrore tipico della cultura della sinistra staliniana.
È raccapricciante pensare a un solo decimo di quello che si legge nella foto 3, perché testimonia il puttanajo di quell’ufficio pubblico diretto dall’unto di Dio.
E ciò sia detto espressamente per le seguenti persone:
1. Claudio Curreli, difensore a lancia in resta di Nesti-moglie del Nesti e, anche, di Romolo Perrozzi e di un’altra ventina di persone a cui avremmo pestato i piedini con i nostri articoli di inchiesta attraverso Linea Libera;
2. Patrizia Martucci, ossequiosa al Curreli e rapida agli arresti:
3. Luca Gaspari che condanna senza esaminare le carte (ma il Curreli fa così tanta paura?);
4. Giuseppe Grieco, indirettamente difensore del Nesti, ma, credo, a lui legato per interposta Alessandra Casseri, sua segretaria e amica della Blimunda;
5. Tommaso Coletta, che ha osservato il tutto da lontano, senza però sorvegliare, con la dovuta diligenza e cura, come si addice al capo di un ufficio importante qual è una procura.
Altri particolari ci illuminano sui rapporti delle «prossimità sociali» intercorrenti in procura, ove si tenga presente (foto 5) che il Nesti – nonostante le situazioni che lo investivano nelle due lettere anonime inviate al Terzo Piano – dal 2002 al 2005 viene scelto (stavolta unto non da Dio, ma dai suoi rappresentanti sulla terra) come Vpo, funzione che svolge per quattro anni e non sembra – a quanto si sente dire – con particolare «disciplina ed onore» ex art. 54 Cost.
Con Curreli, forse, il Nesti non aveva niente a che fare, perché Claudio è giunto a Pistoia, con sua moglie Nicoletta Maria Caterina Curci, giudice delle esecuzioni, da Castrolibero (Cosenza) solo il 1° settembre 2010: ma Giuseppe Grieco era presente e attivo su Pistoia fino dal 30 ottobre 1998 per immigrazione da Napoli. Quindi doveva esserci qualcosa in più della conoscenza. E anche con i CC polizia giudiziaria.
Ora è bensì vero che Coletta sostiene che le «prossimità sociali» non contano una beata minchia. Ma a vostro insindacabile parere di cittadini datori di lavoro (e stipendio) ai custodi delle nostre leggi, vi sembra possibile che affidare il Nesti (4 anni da Vpo; «prossimità sociali» estese e ben ramificate, per sé e moglie, dai magistrati alle segretarie dei magistrati) non sia stato un vero e proprio conflitto d’interessi grosso come la balena bianca del famoso capitano Achab?
Come dice la Michelle Hunziker quando reclamizza Fairy? Fatti, non parole!
Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]
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