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duri di menta. IL TIRRENO È CONVINTO CHE «LINEA LIBERA» SIA QUARRATINO: PEGGIO DELLA PROCURA...

Aggiornamento: 21 mag 2023

Il dottor Donati si è impegnato a fondo con queste sue righe di oggi. Ma continua a mostrarsi un “Remigio alla procura ligio”. «La procura ci fa, la procura di sfa» scriverebbe il Vernacoliere del Cardinali

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Massimo, svegliati! Non te lo ripeto più.....

Stamattina leggo il pezzullo di Massimo Donati del Tirreno sulla “liberazione” del quotidiano di area metropolitana che non piace a nessuno: non ai giornalisti del dis-ordine fiorentino; non alla gente della procura, Curreli in prima linea (seguono un’altra decina di sostituti e il capo Tom Col), cui il quotidiano dà fastidio e non pur per un unico motivo; non agli avvocati della Camera Penale, rappresentati da Andrea Ferrini, che vanno a Tvl, da don Luigione Bardelli, e lambiscono (come Oreste, il cane di San Rocco) il dottor Coletta in diretta, dicendo che la procura pistoiese è ineccepibile quanto a rispetto del famoso articolo 358 cpp.


Il dottor Donati si è impegnato a fondo con queste sue righe di oggi. Ma continua a mostrarsi un “Remigio alla procura ligio”. «La procura ci fa, la procura di sfa» scriverebbe il Vernacoliere del Cardinali.


Donati è, con solare evidenza, un favorito dei RoboCop della leggità pistoiese. Infatti, come ho già scritto, e qui ripeto e sottolineo, a Donati (contrariamente che ai giornalisti della Nazione) càpitano in mano interi documenti riservati.


È successo al momento in cui il Tribunale del Riesame di Firenze mi liberò dagli arresti domiciliari-capocchia inflittimi dalla Gip Martucci; è risuccesso quando, sempre la Gip Martucci (errare umanum est, perseverare Gip-pònicum…) ci ha tatuato sulla spalla, con un ferro bene arroventato, i tre gigli di Francia dei traditori: stampa clandestina.


E tanto basta a dimostrare la terzietà e l’imparzialità di certi magistrati nostrali.


Allora, per le teste dure come la mia (di cui anche Massimo Donati fa parte: non per nulla di segno è un capricorno), ribadìscesi:

1. Linea Libera non è un quotidiano di Quarrata (védasi l’immagine una volta per tutte e se ne prenda atto!)

2. Linea Libera non è stampa clandestina se non nelle menti confuse del trio Contesini-Curreli-Martucci + Tom Col

3. Linea Libera svolge inchieste che danno fastidio a politici, ruffiani e procura

4. Linea Libera prima di scrivere fale sue indagini come dio comanda: cosa che la procura di Pistoia non mette in atto in almeno 90 volte su 100; e non per nulla sbatte contro gli scogli delle sirene ogni tre per due

5. Linea Libera non teme i capi di imputazione affastellati a caso dal duo Contesini-Curreli, che il Donati ri-cita ogni volta, quasi a refrain suggestivo finalizzato al discredito della testata. E non li teme perché (vedi al precedente punto 4) tutte le pietanze al veleno confezionate dalla procura, nascono sempre da indagini (si fa per dire) che potrebbero essere paragonate – absit iniuria verbis! – a prodotti antitumorali ottenuti con Il piccolo chimico.


Da «vecchia zittella inacidita», come mi definì 50 e più anni fa un vecchio socialista quarratino lombardiano, Maffeo Morini (†), con cui poi nacque una bella amicizia, voglio però ricordare al Donati che il suo augusto e intatto quotidiano, che niente rischia perché i rischi li concorda con i suoi amici della procura, ha in sospeso una rettifica chiesta in base alla legge 47/48, art. 8.


Il 2 maggio è stata spedita al Tirreno una richiesta che per legge doveva essere pubblicata entro 2 giorni e con particolari accorgimenti. Quanti ne abbiamo oggi, Donati? 20 maggio?


Sono 18 giorni di ritardo e grande spregio/sfregio ai doveri di una “consorteria corporativa” dai cui membri non intendo assolutamente essere considerato collega.


Dunque Pistoia merita appieno la procura, i giornalisti, i politici e i cittadini che ha.


Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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