top of page
liberastampa

la battutaccia. «APRÈS MOI LE DÉLUGE!» DISSE IL MAZZANTI. E ARRIVARONO IL ROMITINO E L’ALLUVIONE

Ieri, 6 novembre, alle 16:48, il Comune si è svegliato e ha avvisato i cittadini su cosa devono fare nel post-alluvione. Magari dare l’allarme prima sarebbe stato meglio: così i democratici del «treppiede» hanno chiuso la stalla quando i buoi erano già scappati…


Mazzanti spiega a Mons. Tardelli il significato dell’espressione «après moi le déluge!»


CHE CHIUDETE LA STALLA A BUOI SCAPPATI,

POLITICI NOSTRALI UN PO’ FUMATI?


Dire che l’alluvione di Quarrata dipende dal Mazzanti e dal Romiti, o dalle loro amministrazioni, sarebbe un’insopportabile bestemmia. Più o meno come dire che tutto dipende dal cambiamento climatico.

Anche il vicesindaco si fa avanti col «gelato» in mano pronto per collaborare con Tvl

Cose come queste ci sono sempre state. Negli anni della sindacatura di Rosita Testai, quando abitavo in via Galilei al terzo piano del palazzo della fu Banca Toscana, fui proprio io, una notte, a svegliarla per metterla in allarme: anche allora era esondata la Fermulla e via Montalbano era un fiume, come è accaduto il 4 novembre scorso.

Ma bestemmia non è affatto opinare, ritenere e addossare un 90% di responsabilità, alle amministrazioni di sinistra dal post-conciliarismo del sindaco Marini fino ai giorni nostri.

Questi amministratori, emeriti sgranatori, mangia-merende e sensibili solo alla ganascia (après moi le déluge!, dopo di me il diluvio; che cazzo me ne frega se vanno tutti sotto, tanto basta che non ci vada io), hanno permesso, senza controllo, che il famoso tema dell’ambiente e del territorio fosse gestito direttamente da certe teste di minchia di funzionari che hanno concesso tombature, soppressioni di fogne e fosse, murature di muri a secco, cementificazioni di ogni genere e sbancamenti di monti-montagnole-montagne e quant’altro.

Mi spiego meglio. Tutta la storia delle vie vicinali-interpoderali (dal ragionier non-dottor Romolo Perrozzi in poi) che mi è costata 104 giorni di arresti domiciliari comminati da una Gip Martucci, «prossima sociale» di un Claudio Curreli a trazione Vlad Țepeș; tutta quella storia e non solo quella, grazie alla quale personaggetti falsificatori della realtà ambientale e del diritto (tipo il geometra Franco Fabbri, il fu-comandante dei vigili quarratini Oliviero Billi, il fu suo successore Marco Bai e, via via, fino al supercalifragilistichespiralidoso ingegner Iuri Gelli, falso testimone in aula e nei documenti, ma valorizzato da un ossequioso Gaspari, trepido dinanzi all’assurda determinazione persecutoria del Vlad di cui sopra, non ha portato solo a tappare mezzo Montalbano, ma anche a far costruire (riguardatevi Giani il catastrofista di Montenero) case sugli argini, sotto gli argini e dentro gli alvei dei corsi d’acqua.

Poi la natura si incazza e dice: «Dio vi ama, ma a me state tutti sui coglioni!». E fa bene. Perché Quarrata, nonostante abbia leggi e regolamenti pagati dagli stessi cittadini, ha distribuito (e forse anche “a pago”) permessi, permessini e permessucci, occhi chiusi e cuciti a non vedere nemmeno gli osceni capannoni abusivi dell’assessore Simone Niccolai.

Hanno chiuso la stalla dopo che i buoi erano scappati...

Ma che aspettarsi di meglio, se quelli che dovrebbero vigilare sulle leggi e sulla legalità (la procura, con Coletta, con Curreli, con altri), proteggono questo “carro di zingari” che sono in facciata i nostri amminEstratori – in Toscana perlopiù di sinistra (ma quelli di destra non sono differenti) – e nelle retrovie una caterva di dipendenti pubblici che fanno, spesso, vergogna alla vergogna?

Eccellenza Monsignor Tardelli… Faccia come Dio. Non li stia a sentire tutti questi «cosi», perlopiù analfabeti, che, una volta sgranato e fatte le loro comparsate in tv, non sono più umani, come lei li ha definiti nel suo intervento su Tvl del Bardelli, luminoso esempio di giornalismo fiancheggiatore del potere di turno…

La democrazia e i democratici sono la peggior forma di dittatura che esista. E come dicevano i greci, anche con Esopo, perché, al posto di un ladro per volta, ne mettono su intere schiere, se non addirittura eserciti.

E tutti zecche appiccicate intorno al culo del cavallo – che in realtà è un… popolo-bue.

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

 

Comunicato per la procura

e per il presidente Barbarisi


Signori, spiace dovervelo ripetere per l’ennesima volta, anche perché non sapete né volete leggere. Ma le favole dei presidenti dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini, contro di noi, vi hanno – sentite bello questo termine antiquato e démodé – turlupinato a bòno.

253 visualizzazioni0 commenti

コメント


bottom of page