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dittatura dei pm. A PROPOSITO DI SPERANZA NELL’INVITO DEL VESCOVO TARDELLI A NON ARRENDERSI ALLA CATTIVERIA DEI TEMPI…

Se davvero Cristo è risorto, e volesse salvare il mondo, credo che, per la parte umana che lo caratterizza, dovrebbe chiedere a suo Padre di manifestarsi e scatenare un’ira di dio su questa Italia Sodoma &… camorra

 


IL POPOLO, O PADRONI DEL REAME,

NON È ROBA DA FARCENE SOL STRAME


I conformisti della Nazione ieri hanno pubblicato il messaggio del Vescovo Tardelli. Il giornale di Bettino Ricasoli, fascista fino alle trasformazioni del post-sessantottismo, ed oggi evolutamente filocomunista, ma con un occhio di riguardo al potere temporale della fede, si affida alla propaganda fide per accattivarsi i propri ormai risicatissimi lettori.

Noi, giornalisti ribelli, giornalisti mai d’accordo con la maggioranza, giornalisti in rotta di collisione con la dittatura dei Pm; condannati per gli sproloqui di tutta la procura che indaga «a mosca cieca», che non ascolta niente e nessuno pur di continuare a opprimere chi le paga lo stipendio a prescindere (una procura che vanta, come capo, un protettore di potenti, dignitari dell’impero Turco); anche noi pubblichiamo – lo abbiamo rubato dal sito della diocesi – il messaggio del Vescovo Tardelli. 



S.E. Fausto Tardelli

Il Signore è risorto! È veramente risorto! Con questo antico saluto pasquale mi rivolgo indistintamente a tutti invitando tutti alla speranza. Sì, è vero, la situazione del mondo e della nostra società ci spingerebbe alla sfiducia e a rinchiuderci in noi stessi. Ma la risurrezione da morte del Signore non è un discorso o una teoria. Non è nemmeno un’ipotesi: è invece un fatto che ha segnato di novità la storia e che ci offre una prospettiva di vita non rassegnata bensì rinnovata nell’amore.

Credere nel Risorto non è facile e sembra non dare risultati immediati. Ma chi crede in Lui e si mette a seguirlo con sincerità di cuore, sperimenta di passare dalla morte alla vita e già gusta in qualche modo quei cieli nuovi e quella terra nuova in cui abitano la giustizia e l’amore e che gli uomini e le donne di ogni tempo e lingua cercano e desiderano. Lo testimonia una moltitudine grande di uomini e donne che si sono lasciati conquistare dalla luce della risurrezione e hanno seminato e seminano dentro la storia semi di risurrezione e di speranza.

Il mio augurio è che possiamo essere anche noi parte di questa schiera di testimoni che non si arrendono alla cattiveria dei tempi e perseverano nel bene.

Carissimi, vi abbraccio tutti nel Signore: possiate trascorrere non solo questi giorni bensì tutta la vostra vita illuminati dalla luce radiosa e gioiosa del mattino di Pasqua.

 

Gli scomunicati di Linea Libera, però, invece di fare i buoni come lo sono i giornalisti che ossequiano la prefetta Messina con due pagine di ovvietà senza contenuto se non quello del “giornalettismo rosé”, siamo più critici. Molto più critici.

Come del resto lo siamo sempre stati direttamente con S.E. durante i nostri incontri e colloqui.

Non basta «dire, fare, baciare, lettera e testamento» per rendere speranza e buonumore al popolo italiano (e quindi anche tristemente pistoiese), per portare un raggio di luce in una tenebra in cui ci troviamo sepolti da quando, fra comunisti ed Europa, ci hanno legato come salami sotto ogni punto di vista, salute compresa con le ammazzatine orchestrate per salvarci dal Covid.

L’unico in grado di poterlo fare sarebbe – come talvolta abbiamo potuto ripetere scherzosamente fra noi – quel dio dell’Antico Testamento che però si è eclissato. Parlo di quello che faceva strage anche del suo popolo nei quarant’anni di tour nel deserto del Sinai.

E mai, come nel mondo di oggi, quel dio là sarebbe necessario per ripristinare le immonde vergogne sia delle «autorità costituite» che della chiesa cattolica apostolica romana guidata, mi pare, da un Bergoglio che sbarroccia non solo fisicamente, ma anche – e più pericolosamente – nel suo pensero nihileggiante, in generale, su tutto. In pratica, confondente allo stesso modo con cui il famoso Shatàn ebraico, il diavolo Satana, miete le sue vittime destabilizzandole.

Nel dilemma che implica la scelta di campo fra Antigone e Creonte all’interno della tragedia di Sofocle, pur riconoscendo una qualche ragione alla posizione del re (la legge va rispettata), la mia simpatia, e senza tentennamenti, va tutta e solo alla disobbediente Antigone, l’eroina che pone la legge divina davanti e prima rispetto a quella umana: i morti devono essere sepolti anche se furono, come suo fratello, traditori della patria a cui fecero guerra.


Al mondo di oggi una bella ira di dio non farebbe male...

L’oggi non è così, caratterizzato dalla conformazione al conformismo conformista della conformeria elitar-finanziaria e basta. Chi ha soldi conta e il resto ciccia. Chi ha potere conta (guardate la procura di Pistoia) e il resto può morire e nessuno ne sentirà la mancanza. E allora, scendi Jaweh con i tuoi fulmini e rimetti le cose in pari!

La gente, Eccellenza, è fatta di carne e sangue; di gioia e dolore; di diritto alla felicità (almeno così dicono tutti, compresi i comunisti americani di Biden) e di mille altre cose che, “in questo mondo di ladri”, non riesco a vedere realizzate, neppure in minima parte, da nessuna parte. Neppure nel giorno in cui Cristòs anèsti, alethòs anèsti, Cristo è risorto, è risorto davvero…

E se davvero è risorto, e volesse salvare il mondo, credo che, per la parte umana che lo caratterizza, dovrebbe chiedere a suo Padre di manifestarsi e scatenare un’ira di dio su questa Italia Sodoma &… camorra.

Solo così potrebbe veramente darci una mano con tutti questi buoni cristiani e buoni cittadini unti di lardo di €, i quali dei comuni mortali fanno, come ama ripetere quel bel cattolico di Claudio Curreli, «strame da stallatico».

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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Più confetti e men difetti

ci faranno più protetti

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