Inutile che il Bianco Muto premi gli “alfierini del fango” per l’alluvione del novembre 2023. L’Italia è e resta un paese dell’immoralità estesa in cui la politica marcia e le «autorità costituite», che vivono di saprofitismo, finiscono col proteggere gli indegni e con il perseguitare la «gente comune» di Coletta. Èccovene un nuovo gustoso saggettino in lode di Sua Santità Claudio Curreli & Collegio Cardinalizio
Che Claudio Curreli, a cui io non ho assolutamente fatto niente se non il fatto di essere uno che critica le sue «prossimità sociali», mi perseguiti, è ormai fatto assodato.
Pensate che recentemente ha mandato in aula – per una nuova causa di cartapesta, come di solito lo sono le sue – uno dei suoi più fedeli Vpo, l’avvocato Massimiliano Tesi di Prato, ad imbonire/coartare la giudiciA con con intervento da Shpalman che spalma la merda in faccia contro di me.
Ma questo ve lo racconterò un’altra volta: perché oggi sono ancora su quel pilastro di moralità come si autodefinisce il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti, per l’occasione opportunamente appellato «Andreas Alexander homo moralis».
Lo avete letto il mio commentino di ieri? Se non lo avete fatto, passate da qui e perdete solo 4 minuti, ma molto educativi.
Vi ho raccontato che il mai-comandante se n’è andato a giro per l’Italia, a Cassino, mentre era in malattia, sotto la firma e la responsabilità del suo amico dottor Augusto Iossa Fasano, psichiatra super-laudato da Madame Cappellini-Nesti.
Tanto suo amico, questo Iossa, che Nesti e signora lo convinsero, per averlo io citato ironicamente, a querelarmi; che Curreli corse a rinviarmi a giudizio (Claudio, io non ti ho fatto niente! Sei tu che non hai la coscienza a posto…; e che il timido quanto sprovveduto Gaspari, dette ragione al suo «prossimo sociale» sostituto cagliaritano, e decise di punirmi per solidarietà di casta e «principio di spazio vitale».
Dicono, infatti, che sia Gaspari che la Gip Martucci hanno il fuoco sotto i piedi perché vogliono andarsene da Pistoia; e non fa loro comodo, at these moment, tirare calci negli stinchi a quanti godono di troppa protezione da parte del CSM – come suggerisce lo stesso Maurizio Barbarisi. E situazione simile sembra che càpiti anche al dottor Buzzegoli. La gente degli uffici penali parla: perché c’ha i maroni frantumati, Ser Coletta! Ed è in subbuglio.
Oggi riprendo il ritornello sulla ferrea moralità del Nesti, elogiato ad hoc proprio dallo Iossa Fasano, il quale deve essersi accorto delle circonvenzioni di cui è stato finora vittima.
No. Il Nesti non è quel fiorellino di serra che pretendono di accreditare Curreli, Grieco, Coletta, Serranti e De Gaudio (per il caso Turelli), la signora Gambassi (per la famosa questione della lettera anonima inviata a Donna Aveta, altra campionessa dell’inciucio pro-Nesti).
E lo dimostra il documento incontestabile che, pur versato in atti, è stato vergognosamente ignorato dalla giustizia (???) pistoiese nelle persone sopracitate.
Il 19 dicembre del 2014, infatti, Andrea Alessandro Nesti, per rincorrere uno dei suoi vergognosi errori di cui ha costellato il quindicennio indecente di usurpazione-posto, produsse la determina numero 60.
L’oggetto della determina, come vedete, riguarda un sequestro di veicoli e la custodia degli stessi presso l’Officina Autostrada snc, Via Provinciale Lucchese 147/B Pontelungo-Pistoia.
«L’ottimo comandante Nesti», certificazione ISO 9001 firmata su La Nazione da Rino Fragai, sovietkommissar della giunta Mangoni, aveva lasciato là in custodia dei veicoli. E alla fine gli era arrivato un conto di circa 20 mila euro.
Dài, picchia e mena, il Nesti s’accordò con l’officina per una soluzione a stralcio e saldo: alla modica spesa della metà. Però… C’è sempre un però, cari Curreli, Grieco, Coletta, De Gaudio, Serranti, Martucci, Gaspari etc. etc. etc.
Divertitevi a leggere cosa scrive il Nesti («per quanto indicato in premessa», come coglionescamente sottolinea pure, da vero genio): «Acquisto beni polizia municipale».
E ora perdonatemi se è troppo, ma come ex-dirigente della pubblica amministrazione, mi permetto di dire, e a ragion veduta, che:
1. nessun bene è stato mai acquistato. E infatti non c’è nessuna lista dei medesimi, citati analiticamente;
2. la spesa impegnata fu poi pagata senza fiatare;
3. i quattrini furono buttati via per la negligenza del Nesti, che lasciò i veicoli ad arrugginire nell’officina Autostrada, e generarono un danno erariale (ma perdonato, come sempre, al Nesti Homo moralis);
4. Andreas Alexander concretizzò un bel falso laddove, per tappare un altissimo monte della sua cacca, dichiarò falsamente di avere acquistato beni per la polizia municipale.
Perciò, cari Curreli, Coletta, Grieco, Gaspari, Martucci, De Gaudio, Serranti, Contesini e Gambassi, questa vostra non è giustizia: è dittatura dei Pm e sostituti.
E io che sono nato nell’anno della sorella di Mattarella, il 1947, non mi chino neppur morto dinanzi all’indecenza dei metodi da voi usati come palle di fucile da caccia grossa contro chi, come me, ragionando con la sua testa, non si inchina alle vostre maestà non per superbia propria, ma certamente per propria indiscutibile dignità.
È chiaro o no?
Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]
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Cercate di metabolizzare anche che il sequestro di Linea Libera, decisione afflittiva e persecutoria, per non dire nazi-fascista, è illecito come tutta la vostra amministrazione della giustizia a Sarcofago City
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