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dittatura dei pm. DALL’AVVENTO DI COLETTA LA PROCURA FU PERFETTA: DAI PROCLAMI SUL GIORNALE, TUTTO FU TERZO & IMPARZIALE

Chi può ritenersi più fortunato de’ pistojesi fornai, opusdeisti, massoni e traffichieri catto-com? Nessuno in Toscana e, forse, ben pochi altri in Italia. Fra i discendenti del “ladro in Dòmo”, l’ineccepibile amministrazione della giustizia pistojosa è un dato di fatto che non ha eguali al mondo: lo ha pure ribadito a Tvl il presidente della Camera Penale, l’avvocato Andrea Ferrini, omaggiando appastojatamente Tom Col…

 

Bastano pochi stocchi d'erbaspada penduli da un ciglione sul delirio del mare; o due camelie pallide nei giardini deserti, e un eucalipto biondo che si tuffi tra sfrusci e pazzi voli nella luce; ed ecco che in un attimo invisibili fili a me si asserpano, farfalla in una ragna di fremiti d'olivi, di sguardi di girasoli e con queste parole Eugenio Montale ci frega nelle sue Riviere da Ossi di seppia.

Montale ce l’ha con iris, giaggioli, gladioli e fiori simili (erbaspada). I pistojesi al posto dell’erbaspada c’hanno la procura, non fa differenza se di Coletta o degli altri 7 alabardieri che lo assecondano a seconda delle sue «prossimità sociali» – cui seguono in fila le restanti «prossimità servili».

Mai – credo – c’è stata più religiosità che in questa terra di Scipioni de’ Ricci che hanno possuto contare anche su’ catturatori de’ mostri di Scandicci (Canessa) per tenere il timone della giustizia fermo e dritto verso the people’s apples. Ed eccovi la prova.


Fare i comunicatori e i giornalisti come quelli fedeli all’albo degli attovagliati, è facilissimo: una linguata a destra, una a sinistra, una sagra del migliaccio. E non hai problemi

Ma andiamo avanti. Mentre la Premiata Forneria Panaria Coletta & C. non tollera che Linea Libera sia esentata dall’obbligo della registrazione nelle pregiose mani di Maurizio Barbarisi, presidente del tribunale pistojese, pronto ad approvare la protezione del CSM-Consiglio Superiore della Magistratura a favore dei magistrati Claudio Curreli e Nicoletta Maria Caterina Curci, sua moglie e giudice delle esecuzioni immobiliari, incompatibili sul suolo di Cino (che mi pare un bel casino); con lo stesso modus operandi della signora Curci, famosa per ghermire (il verbo è appropriato) comunque e vendere all’asta anche i beni che non sono oggetto di sequestro e vendita giudiziaria, il nostro Pm Tom Col, protettore – a quanto pare – di Lucia Turco, sorella di Luca Turco, cugina del presidente ordine avvocati Pistoia, Cecilia Turco, impone (il verbo è appropriato) al presidente del tribunale del riesame 2 di Pistoia, Alessandro Buzzegoli, di dichiarare che il sistema meno invasivo per bloccare l’illegalità di Linea Libera è uno soltanto: sequestrarla.


Vediamo di ragionare, visto che, fra tutti i magistrati della procura (8) e Buzzegoli (+1) non ce n’è uno che ragioni a rigore di logica, ma tutti procedono sui binari della cosiddetta «illogicità manifesta».

A tutto concedere – come ama scrivere il Tar Toscana quando vuole fregarti –, ammettiamo, per assurdo, che Linea Libera possa essere colpevole di infamare la giustizia pistojese – che è quanto dà noja ai nostri dittatori puritani del Terzo Piano –: chi di coloro che scrivono è colpevole? Tutto il giornale (che, ripeto, non ha l’obbligo di registrazione), oppure soltanto colui che le ipotetiche infamie le commette e continua a commetterle senza sapersi fermare, perché nessuno è in grado di dimostrare che ciò che scrive non è la nuda e cruda verità?

E dunque: a quale fine eliminare un giornale intero, quando il o i colpevole/i sono identificabili e non anonimi grazie alla firma sotto gli articoli?

V’immaginate sequestrare il Fatto Quotidiano perché quel bravo ragazzo di Marco Travaglio ha fatto nero Berlusconi per un trentennio? È logico, tutto questo, o è una scusa immonda di gente che non si vergogna a proteggere la Lucia Turco, sorella di Luca Turco e cugina di Cecilia Turco?

Mutatis mutandis. Ammettiamo che io abbia 300 porri su un braccio (come il porro di una «prossima sociale» della dottoressa Curci, toltole di recente dal pellologo).

E Coletta, in questo caso, veste non la toga nera, ma il camice bianco del pellologo della giustizia. Che fa costui? Mi sopprime con un barattolo di Zyklon B da Auschwitz, così evita di dovermi bruciare, uno dopo l’altro, i miei 300 porri?

Non è, questo, sufficiente a denunciare la strumentale demenza di una persecuzione giudiziaria (lo stalking, questo sì, ma del Curreli, del Grieco e dei loro zeloti) messa in piedi per eliminare non la causa del “porcajo” (i favoritismi, le illegalità, i protezionismi di Comuni, Procura, Polizia Giudiziaria CC e non solo), ma chi, utilizzando correttamente un diritto costituzionalmente garantito dall’art. 21, addita al popolo buificato dalle «autorità costituite» della signora Martucci, le vergogne d’Italia messe costruite in provetta da gente che offende l’art. 54 della Costituzione?

Se certe cose sono incompatibili, lo sono per tutti o ci sono i soliti privilegiati? A chi devo credere: a Gesù o a Barabba?

Sono convinto – secondo la mia logica non eccelsa, ma non etimologicamente demente come quella della procura –; sono convinto che Coletta, il protettore della Lucia Turco e i suoi (absit iniuria verbis) sette nani, sarebbero stati molto meno invasivi, nella loro violenta repressione dei diritti civili, se avessero stilato un elenco di articoli sgraditi agli Dèi e ci avessero ordinato di eliminarli dal web di Linea Libera.

Pur se sarebbe stata, comunque, una prevaricazione non consentita, dal momento che sarebbe andata a incidere su una materia fascista (come dicono loro) che li disonora: il tema dei reati di opinione, laddove, per Costituzione, la critica è libera. E la parola e lo scritto pure.

Il fatto è che il potere è immondo di per sé. Che il potere senza regole è più immondo che mai. Che il potere protetto e garantito, è intollerabile dittatura.

Se un Barbarisi mi viene a dire che il CSM non ha niente da dire sull’incompatibilità di Curreli e di sua moglie nello stesso tribunale, ciò significa che l’avvento della Terza Guerra sarà un ottimo bisturi.

Per asportare, da questo immondo “stato di diritto”, cresciuto in scomposte metastasi, la quintessenza della dittatura dei legalitari accoglientisi antifascisti e salvatori della patria, ma solo se essa resta stesa ai loro piedi che non riuscirebbe a lavare neppure Cristo nel pomeriggio del Giovedì Santo.

Viva la Costituzione, viva l’Italia! E via le mele marce dal paniere del popolo!

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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Non bisogna temere il male. Bisogna avere paura di coloro che promettono il bene…

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