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dittatura dei pm. IL SOSTITUTO CURRELI È TROPPO AL DI SOPRA DEI PARAMETRI FISIO-PSICHICI DEI SUBUMANI DI DARWIN AFFIDÀTIGLI IN CURA COME GIUDICE NATURALE

Non è «Linea Libera» ad essere fuorilegge e clandestina, ma la struttura di una procura che continua a operare al di fuori delle regole senza soluzione di continuità e a danno dei cittadini. O dimostrate il contrario se ne siete… Capaci


Sono convinto che certe domande ce le dobbiamo porre, anche se non piacciono alla procura

Similes cum similibus, dicevano i filosofi antichi. Tradotto in frittelle di riso: ognuno deve stare con quelli che gli somigliano o la faccenda diventa un problema.

I Pm – e sostituti – che si sono avvicendati in quel di Pistoia dalla fine della guerra in poi, sono sempre stati talmente al di sopra degli standard dei comuni mortali, che – considerate il caso Curreli – non dovevano essere messi nelle vasche dei pesci rossi di Piazza San Francesco con le vittimine colorate che si vincono alle fiere, perché, in metafora, certi connubi sono come cercare di fare accoppiare i piraña con gli avannotti di trota del Reno.

Ma poiché la democrazia non abita in Italia, una volta per i neri e un’altra per i rossi, è successo che la Costituzione, così tanto ponzata, uscì dal sacco amniotico con talmente troppe libertà (vedi l’art. 21, i privilegi dei magistrati, le fanfaluche del rispetto delle regole garantiste), che ci siamo ritrovati con i dèspoti in casa, per difenderci dai quali non sappiamo come fare: visto che a giudicare un dèspota è un altro dèspota di rango superiore. E che, di dèspota in dèspota, si arriva fino al despótone ufficialmente definito primo magistrato d’Italia. E gli avannotti sono fritti.

Tommaso Coletta non soffre di "prossimismo sociale", ma la sorella di Luca Turco non la ha intercettata

Rifletto (non come fanno i sedicenti giornalisti iscritti al dis-ordine professionale di Giampaolo Marchini, ex Carlo Bartoli) sulla teoria delle “regole disattese” da procure, procuratori e sostituti.

E siccome vedo cosa accade a Perugia, è inutile che la signora Patrizia Martucci mi infligga 104 giorni di arresti domiciliari e tre o quattro decreti penali a me e a mia figlia, per costringerci a «mangiar questa minestra o a saltar dalla finestra»: la nostra coscienza di contadini ci dice – nonostante tutta la violenza legale cui siamo stati sottoposti in quanto non-imbecilli – di saltare la finestra. Meglio morti che servi.

Riepilogo i termini:

1.      Curreli e sua moglie, Nicoletta Maria Caterina Curci, non dovrebbero stare a Pistoia, insieme sotto lo stesso tetto del medesimo tribunale (e, aggiungiamo, non sarebbero i soli a starci al tiepido come dinanzi a una stufa green a pellet);

2.      Curreli e sua moglie, Nicoletta Maria Caterina Curci, sono favoriti dal CSM perché ce lo ha scritto due volte lo stesso presidente del tribunale, Maurizio Barbarisi;

3.      la situazione del duo Curreli-Curci è fatto notorio, ma nessuno fiata (tra poco smetteranno pure di respirare per paura di svegliarli dal loro delizioso letargo?) a cominciare dal dis-Ordine degli Avvocati, per finire alla cosiddetta Camera Penale (rectius: delle pene inflitte a gratis e col bollo di Coletta);

4.      Curreli insegna filosofia morale, ma è un medico che dovrebbe, prima di curare gli altri, curare se stesso, perché si sdà, a babbo morto, in attività di cittadinanza attiva con l’Agesci-scout perdendo, di fatto, la sua verginità di terzo, imparziale e indipendente. Leggetevi lo statuto dell’Agesci e vedrete;

5.      Curreli non è terzo, imparziale, indipendente, perché dall’epoca dei decreti sicurezza, rinuncia scientemente a obbedire alla legge; e parteggia, con spudorata chiarezza, per Terra Aperta, l’organismo di coordinamento delle realtà di accoglienza senza limiti né regole;

6.      Curreli è indiligente e viola l’obbligo di assoggettarsi alla legge senza discutere, e di servire la patria (forse non sa cos’è?) «con disciplina ed onore» come da art. 54 di una Costituzione che, evidentemente, lui per primo “rigetta”;

7.      Curreli (come anche un po’ tutti i suoi colleghi del Terzo Piano) non conosce la seconda parte dell’art. 358 cpp.

Era in questa veste...

Ora arrivo a dama.

Aldilà del fatto che Curreli si occupa anche di materie affini che toccano pure a sua moglie (fallimenti etc.); aldilà del fatto che Curreli entra anche in temi (violenze alla Maic di Luigi Egidio Bardelli) che non dovrebbe toccare per i continui “strusciamenti” che vi sono fra lui, Tvl, la Curia, la Caritas e tutto l’universo bardellare che gli è favorevole (non dimentichiamo che nella storia dei maltrattamenti ai disabili, Curreli non ha mai fatto piazzare né telecamere né radiospie per intercettazioni ambientali all’interno della Maic; più o meno come

... in questa veste o...

Coletta con la dottoressa Lucia Turco…): al di là di tutto questo, nella storia dell’assassinio di Montecatini, e in tutte le sue aderenze più che in una appendicectomia fatta male, il sostituto Curreli a che titolo è stato assegnato al caso?

Con la terzietà, l’imparzialità e l’indipendenza che non sembrano proprio caratterizzare l’operato di Tommaso Coletta, com’è stato possibile incaricare Claudio Curreli delle indagini?

Gli è stato affidato il caso in veste di scout, in veste di terrapertista, o di sostituto che condivide lo stesso spazio lavorativo con la moglie, ma contro le norme regolamentari e protetto dal CSM, come da certificazione del presidente Barbarisi?

In una lezione di altra professionalità giornalistica, tenutasi a Pistoia il 4 ottobre scorso, la questorA Olimpia Abbate affermò che certe figure istituzionali (anche Curreli, dunque) non solo devono essere terze, imparziali e indipendenti; ma devono anche apparire tali.

Ribatté un giornalista-relatore (Maurizio Gori) che Curreli, fuori dal suo ufficio, poteva fare quel che voleva. Anche impegnarsi a rapinare le banche, a favorire i clandestini, a salvare i suoi amici, inventando il reato di stalking giornalistico, mi chiedo?

... oppure in questa? Sentiamo gli esperti?

Mi sembra di ricordare che quel 4 ottobre fosse docente-relatore, per i giornalisti attovagliati, anche il principe del for[n]o di Pistoia, Andrea Niccolai: anch’egli uno di quelli che, al passar di Coletta, abbassa la fronte e s’inginocchia in silenzio? Comunque Linea Libera ha l’audio della famosa lezione à prise de cul.

Concludo.

Dottor Curreli, lo ribadisco. Mio padre, orfano per motivi di guerra 15-18, non ha dovuto difendere, da Alghero-Fertilia, la sua Shardània nuragico-punica per poi vedersi arrivare, a casa sua, in Toscana, uno che non vigila sulle leggi, ma se le fa da sé e come crede e vuole!

Alzi la mano chi non ha capito questa semplicissima regola costituzionale ex. artt. 3 e 54.

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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Non c’è niente di peggio di una tirannide vestita da democrazia libertaria, disse Caligola al suo cavallo Incitatus appena nominato senatore...

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