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dittatura dei pm. PER PUBBLICARE LA VERITÀ È NECESSARIA LA PATENTE, PER CHIUDERE UN GIORNALE DI VERITÀ LA TOGA DA MAGISTRATO PENALE E L’AUREOLA DELLA SUPPONENZA

«La cosa che mi ha fatto impressione per tutta la vita, è che i tiranni, che si ripresentano periodicamente (come i giornali, che sono periodici e che si presentano periodicamente di giorno in giorno) non capiscono una minchia»… 



Stamattina i giornali di sinistra (ma anche quelli di destra) sono tutti farciti di «Putin fascista, sei il primo della lista».

L’Italia freme perché in Russia c’è la dittatura di Putin. Quella stessa Italia che, con i magistrati rossi (anche di Pistoia) indossa il fazzoletto-bandiera tricolore e il 25 Aprile va ad Agliana con la ex sindaca Ciampolini a manifestare per la liberazione.

Liberazione da che? Dal fascismo. Per cosa? Per l’instaurazione della dittatura comunista dei magistrati rossi: tutta gente squalificata da Palamara in giù. Tutti vampiri delle nostre libertà. Capaci solo – e copio Curreli – di progettare «disegni criminosi».

La cosa che mi ha fatto impressione per tutta la vita, è che i tiranni, che si ripresentano periodicamente (come i giornali, che sono periodici e che si presentano periodicamente di giorno in giorno), non capiscono una minchia.

Corrosi dalla fame di eternità di potere, non sanno la storia e sono tutti marcificati dalla voglia di insegnare agli altri come devono vivere: ma solo ai loro ordini bislacchi, non secondo le regole che lo Stato e la Nazione si dèttero con la Costituzione dopo anni di sangue e di morti. E non ricordano mai, questi tiranni nani, che c’è un film emblematico, per loro, su questo tema: Anche i boia muoiono, di Fritz Lang.

Avere vinto un concorso in magistratura non comporta l'essere padroni della logica...

Non importa essere geni per comprendere che nessuno dei tiranni muore in pace nel suo letto: basta essere scemi e, in quanto tali, sicuri che il loro regno «non avrà fine». Eppure diversi di loro sono perfino di ispirazione cattolica, come Claudio Curreli, lo scout Agesci – e dovrebbero capirlo che i fratelli non devono essere oggetto delle proprie deviate brame.

Così, in questo quarto giorno di giustiziata Linea Libera (dalle Idi De Marzo ad oggi) per decisione del legalismo (inammissibile) vieto e di sola facciata – quando in un collegio di giudici il presidente si fa anche relatore, ho per esperienza personale imparato che la sentenza è già scritta come quella dello sconcio famoso del palazzo di giustizia di Firenze –, mi permetto di celebrare, con questo commento, la guerra del 15-18.

Domani – direbbe la Rossella in Via col vento – è un altro giorno. Domani quel fascista di Putin potrebbe anche ammazzarci tutti con una bella bomba atomica: e il mondo non sentirebbe affatto la nostra mancanza. Il fetore umano si avverte quando c’è, non quando l’Agricola-Vuotatura Pozzi Neri ha fatto il suo lavoro a puntino.

Ma finché dura, fa verdura. E finché dura, per essere cittadini capaci di pensare e di sapere ciò che fanno; consapevoli di sé; nemici dell’illegalità mascherata da legge; della violenza dalla faccia che sorride in nome del popolo italiano: occorre non andare i giro come Zelensky sempre con il maglioncino verde e magari con tre o quattro piantine di gelso-moro come fa Curreli – lo scout infedele allo Stato e alla Costituzione.

Per difenderci è importante imbracciare la penna e distribuire generosamente le nostre attenzioni, in maniera davvero equa, terza e imparziale, a chi se lo merita perché è, come Faustina del Marchese Del Grillo, impegnata a pulire il tappeto sporco inginocchiata per terra e senza mutande.

In Italia i più sono come la Faustina. Sanculotti, senza mutande: ma soprattutto senza pudore.



Anche perché sarebbe difficile, per molti, indossare le mutande, visto che dovrebbero calzarle sul viso dal momento che (come anni fa si leggeva su Cuore, inserto dell’Unità, molti padroni hanno “la faccia come il culo”. Allora, però, nessuno si scandalizzava: neppure Bartoli e Marchini avrebbero trovato niente da dire quanto a incontinenza espressiva, perché in illo tempore a parlare era il Pci-e tutto il resto in fila che avrebbe portato alla poltiglia rossa di oggi, simile alla orribile minestra di pomodoro che si mangia in Polonia. Una sbobba da incubo.

Cari, nobilissimi “giustizieri del giorno”, che operate al Terzo Piano di Piazza del Duomo. A vedervi si ha l’idea di quei pescioni di coltura che, quando vengono prelevati per finire sulle mense dei pesciofaghi, guizzano da tutte le parti, pullulano e vengono comprati e venduti in quanto vivi e freschi di giornata.

Poi uno si alza (tipo Palamara) e dice che siete stati allevati in una vasca non di limpido mare ma di merda. Volete scandalizzarvi? Non è il caso.

Come lo definireste il verminaio della masso-mafio-collusione magistrati-giornalisti (anche falsi) di Perugia; progressisti e fedeli a ideologie e gente che ha più a che fare con la dittatura che non con la Costituzione? Siete in grado di dimostrare che siete stati allevati a “panis angelicus” e “acqua santa”? È improbabile.

Oppure, quando massacrate la gente comune, in nome della libertà di stampa (quando già la stampa è libera per Costituzione: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure…) o in nome del tribunale delle esecuzioni (ovviamente capitali), come dovreste essere definiti, fedeli servitori dello Stato e dipendenti del popolo che vi paga per servire e non per dominare?


Si inizia con la frutta e la verdura e si finisce con l'esecuzione di milioni di euro

Ci vuole altro che andarsi a compare la frutta fresca la mattina al mercato per fare colazione in ufficio! Per fare quello che fate, vi occorrono certi stomaci da struzzo che digeriscono anche il carbon fossile. O non credo che potreste vivere riuscendo a dormire di notte in questa vostra dittatura di magistrati che capiscono solo una cosa… Bello il mio Manzoni che non conoscete perché siete crassamente ignoranti e asini! Basta vedere cosa e come scrivete nelle vostre carte[stracce]!

O nobils pistoriensis res publica asinorum! Adelchi si fa portavoce del pessimismo nel considerare la cosiddetta giustizia degli uomini, cioè di voi. Dice che nel mondo esistono solo la violenza e l’ingiustizia. Una forza crudele regola la storia e si fa chiamare diritto (Una feroce / forza il mondo possiede, e fa nomarsi / dritto – vv. 354-6). Di conseguenza l’uomo non può compiere il bene: può essere solo o oppressore, come voi giudici-patriarchi, o vittima: non resta / che far torto, o patirlo (vv. 353-4).

Tale e quale show a Pistoia, dove il presidente-relatore Buzzegoli si vedeva da un miglio di distanza che stava a pendere come la torre di Pisa per Coletta. Era a evidentissimo disagio. Ed è bastato un mio semplice, logico e chiaro discorso – con la sua immediata reazione irritata: «Ora non venga farci una lezione di diritto»…) per capire che qualcosa (che non poteva dire, evidentemente…) gli premeva sul cuore, lo infastidiva. Non siamo giudici, noi, dottor Buzzegoli. Ma neppure stupidi: e talvolta riusciamo a capire anche il linguaggio del corpo con le migliaia di studenti, anche universitari, che abbiamo esaminato (e spesso anche bocciato, se Dio ha voluto).


Eppure volevo solo ricordare al presidente-relatore (cosa che evidentemente sapeva benissimo anche da sé) che non bastano due leggi ordinarie (la 47 del 1948 e la 69 del 1963) per superare a piè pari la Costituzione; e per fare strame, come piace dire a Curreli (evidentemente esperto in materia) di un dettato costituzionale di primo livello: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Ma il fatto è che diversi di questi nostri “moralizzatori” non parlano neppure, e soprattutto non capiscono, la lingua italiana, anche se si sentono presidenti della Crusca Fiorentina al parti di Claudio Marazzini o Nicoletta Maraschio o Francesco Sabatini o Bruno Migliorini o Giacomo Devoto o Giovanni Nencioni – gli ultimi tre, miei Maestri all’Università di Firenze e non di Forlipòpoli come il marchese della Locandiera del Goldoni!

Non volevo far lezione di diritto a sì superba napoleonica altezza di Buzzegoli. Ma di umiltà sì. Ed ero in grado di potergliela fare. E anche una bella lezione: visto che stava schiacciando i diritti di un cittadino (che paga i suoi stipendi) per dare comunque ragione a un Pm impunito e impunibile come sembra essere Tommaso Coletta.

Un legalitario dei nostri stivali, cari tremarelli pistoiesi! Proprio degli stivali se è vero quello che dovete risentire, anche all’infinito, qua sotto.

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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Se in Cassazione ci fossimo finiti qualche anno fa e ancora De Marzo non fosse passato da Pistoia a Roma, a chi si sarebbero rivolti gli araldi della «legge del Signore»?

Al super-democratico Domenico Gallo, anch’egli giudice a Pistoia, poi promosso a Roma, con tanto di figlio nello studio del principe del fo[r]no Andrea Niccolai?

E domani, al posto di Grieco e della coppia Curreli-Curci, chi avremo in tribunale come direttori d’orchestra? I figli di costoro per diritto di successione, indistintamente, in trasmissione salica e non-salica?

Non basta una toga a stabilire chi ha ragione: la ragione o è di per sé o è sopraffazione, tirannia e navalnysmo. Proprio come a Pistoia.

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