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dittatura dei pm. «SONO TERZO ED IMPARZIALE, MA A QUALCUN GLI PORTO MALE»

Il titolo sembra molto adatto al magistero penale del sostituto Claudio Curreli, protetto a Pistoja con la moglie dal CSM e valorizzato anche dal capo della procura Coletta che, prima della “gente comune”, penserebbe di più – a quanto si dice – a certuni che fanno Turco di cognome…



Come può, allora, la Gip Patrizia Martucci, sbagliare così tanto senza pensare, chiudendomi ai domiciliari per 104 giorni solo perché glielo dice un Curreli che sta a Pistoja con la moglie Nicoletta Maria Caterina Curci perché protetto (teste Maurizio Barbarisi) dal Csm-Consiglio Superiore della Magistratura?

Come può, la signora Martucci scrivere, senza riflettere, che io non rispetto le «autorità costituite»; e lo fa senza tenere conto del fatto che certe «autorità costituite» (e penso al corrotto Comune di Quarrata o al sostituto Curreli stesso) non meritano rispetto perché a chi concede permessi e condoni o a chi fa il giudice si richiede di non peccare per primo, lavandosi poi le mani da solo con il bieco fine di mandare in séguito gli altri alla gogna?

Al cittadino (membro del corpo elettorale), a cui compete l’esercizio della sovranità; a cui, incombendo l’obbligo del pagamento degli stipendi della pubblica amministrazione, compete anche la qualità di datore di lavoro dei magistrati, non è consentito mettere a nudo le inefficienze, le mende, gli errori, le cialtronerie, le furberie di altri cittadini, il cui dovere sarebbe quello di essere soggetti alla legge e alle leggi, mentre invece operano non diversamente da chi esercita quel potere tirannico così vituperato dal nostro ordinamento e odiato dalla Santa Chiesa dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia?

Perché Curreli e sua moglie possono tutto (lui può anche lavorare per i clandestini con Terra Aperta disobbedendo alla Costituzione) e noi, cittadini comuni che non ci chiamano Turco di cognome, dobbiamo sottostare all’infamia della negazione dei nostri stessi diritti civili, quali l’esercizio del libero pensiero, della libertà di parola, della libertà di gestire un giornale che – qualsiasi cosa si dica in proposito, anche alle Idi De Marzo – non è soggetto all’obbligo della registrazione davanti agli occhi di uno Jaweh appellato Maurizio Barbarisi?

Dìteci, e con assoluta chiarezza, i motivi per cui dovremmo fidarci di certi magistrati che, come anche il PM capo Coletta, difendono gli amici e perseguitano chi sa leggere, scrivere, far di conto e informare.

E se tutto questo è reato, bene! Allora date piena e chiara dimostrazione certa della dittatura che avete instaurato a suon di “lezioni di legalità”, piantumazione di alberi di Falcone e Caponnetto, favoritismi a chi avete voluto!

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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Chi non porta le mutande, deve fare la fine di Faustina, l’amante del Marchese del Grillo. Deve essere licenziato altro che CSM!


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