E che quando tutti tacciono e accettano le imposizioni dei “superuomini” la strada della dittatura non sta iniziando, ma è già stata tutta percorsa e portata a compimento
Se la “stampa clandestina” fosse tutta come Linea Libera, di proprietà di una Coop a r.l. regolarmente registrata alla Camera di Commercio; confezionata da giornalisti iscritti all’albo o comunque forniti della patente di professionisti e con più di 50 anni di esperienza sulle spalle, l’Italia potrebbe dormire fra due guanciali.
Il fatto è che Linea Libera vive rispettando solo il diritto insopprimibile della libertà di informazione e di critica ex art. 21 della Costituzione, senza chinare la testa dinanzi a nessun potere: si chiami, esso, Coletta o Curreli o Grieco o Boccia o Gambassi o De Gaudio o Serranti o Contesini o Idi De Marzo o Buzzegoli.
La nostra testata, nobile, verace e cosciente di sé, riconosce e onora solo quei magistrati silenti che servono lo Stato «con disciplina ed onore» e non si permettono di favorire le proprie «prossimità sociali», dicendo, con irritazione, a un servitore della patria: «Ma allora non hai capito che io la sorella di Luca Turco non la intercetto!».
Chi esercita il potere in questo modo è indegno di esercitare qualsiasi potere: anche quello di spengere l’interruttore della luce quando va a letto!
Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]
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