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giustizia a pistoia. «OGNI LIMITE HA UNA PAZIENZA»

La domanda è: ma certi magistrati sono davvero laureati? E studiano davvero le carte o si divertono solo a giocarci a rubamazzo? Perché violano l’articolo 358 del codice di procedura penale e, se pur messi a conoscenza delle prove documentali, insistono pervicacemente a difendere certi mariuoli piuttosto che arrendersi all’evidenza? È questa la giustizia che merita il popolo datore di lavoro e pagatore di stipendi che non di rado somigliano solo a un vero e proprio disonorevole pizzo?

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PRESUNZIONE [da Dante, Purg., Canto 11] Che resterà di noi fra un millennio?

Che voce avrai tu più, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il ‘pappo’ e ’l ‘dindi’, pria che passin mill’anni? ch’è più corto spazio a l’etterno, ch’un muover di ciglia al cerchio che più tardi in cielo è torto.

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“Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7, 21). I farisei, come si vede, non sono mai mancati. E non solo nel mondo ebraico...

Cari sostituti Contesini & Curreli, peccatori di orgoglio e di presunzione di non commettere mai errori, di essere sempre dalla parte del giusto…


È grazie alla «stampa clandestina», che contribuì a liberare l’Italia dal tanto odiato fascismo, se oggi potete insistere così strenuamente nell’idea di doverci insegnare, a tutti i costi, i valori della democrazia secondo un vostro quantomai discutibile punto di vista.

Certa stampa clandestina è un fiore all’occhiello del potere che se ne vanta con imperitura memoria. “Linea Libera” dà, invece, solo noia a tutti: e per questo va macellata, vero?

Peccato che lo facciate – a mio parere – da incompetenti impreparati: perché o non svolgete indagini degne di tal nome, oppure, mentre dite di farle, continuate a violare, con una tendenza quasi autistica, quella legge che vorreste farci credere quale vostro usbergo al corrotto mondo in cui siamo costretti a navigare – e, va detto, anche grazie al vostro generoso impegno di moralizzazione.


Non ho ancora visto, infatti, una sola volta in cui abbiate rispettato a dovere l’art. 358 cpp. E non credo che questo possa chiamarsi “adempiere il proprio dovere «con disciplina ed onore»”, come Mamma Costituzione vorrebbe.


In una sorta di delirium iuris, assumete come prove solo le lacrime false e calunniose delle cosiddette persone offese, che sono, quasi sempre, portatori di disvalori e disonori che non volete vedere, dal momento che, anche in presenza della verità storica e documentale dei fatti, negate perfino la più incontestabile evidenza.


È mia opinione, perciò, che non siate migliori di quei fascisti che mostrate di spregiare in ogni vostra recitazione del credo legalitar-democratico.


È mia opinione, perciò, che altri siano i vostri interessi se, ogni volta che affrontate un “problema di coscienza” (perché decidere sulle vite altrui è tale), vi nascondete dietro semplici affermazioni di parte, senza vagliarne la reale veridicità degli enunciati.


È così – e voglio ricordarvelo – che avete fatto passare per vittime:


1. un ragionier non-dottore come Romolo Perrozzi; beneficato ingiustamente dal Comune di Quarrata, di cui avete santificato/sanificato vergognosi sindaci e dirigenti e funzionari falsari, calunniatori e corrotti


2. un mai-comandante dei vigili, Andrea Alessandro Nesti, usurpatore del posto che ha occupato per 15 anni al Comune di Agliana, che si è fatto rilasciare certificati fasulli, da povero ebreo perseguitato, da parte di compiacenti medici e psichiatri e, in costanza di assenza dal lavoro, se ne andava a farsi i suoi concorsi (a vuoto) a Cassino – e mentre tutti ne erano a piena e completa conoscenza!


3. una professoressa, Milva Maria Cappellini, che, moglie del Nesti e distributrice seriale di maldicenze e insulti, avete consolato col dire che era stata provocata da Linea Libera, mentre era lei, sostituto Curreli, che riversava sconcezze e insulti, tuttora certificabili, su chi faceva onestamente del vero giornalismo montanelliano, in rotta di collisione rispetto ai giornalisti cui siete stati abituati dall’uso, se non anche l’abuso, delle vostre toghe da “notai criminali”, così appellati dal Manzoni nei Promessi Sposi

4. un sindaco, come Luca Benesperi, falso epigastràlgico e falso ruminante, anche lui certificato dallo psichiatra Dalle Luche, padre di un suo amico, senza conoscere niente e niente menzionare della storia psichiatrica del famoso bimbominkia, affetto da diarree e vomiti sin dalla più tenera infanzia e assiduo frequentatore anche di Careggi, il tempio della Concorsopoli, di cui era a piena, taciuta conoscenza il procuratore capo Tommaso Coletta. Voi della procura, chiamati a verificare, ve ne siete guardati bene dal farlo: forse perché la “madre di tutte le battaglie” era l’abbattimento della verità in Linea Libera? Onore al merito!


5. un assessore, Maurizio Ciottoli, squadristello che prendeva a tubate di ferro la gente per strada, e che aggrediva Alessandro Romiti in Comune. E una serie di altri personaggi così poco seri, che non meritano neppure di essere nominati perché, direbbe Dante, «fama di loro il mondo esser non lassa»


Allora altro è l’interesse che deve celarsi dietro le vostre azioni repressive dei tanto ricercati «disegni criminosi».

Se raccontare la verità e spiegarla al popolo e al contado, è mettere insieme «disegni criminosi», allora sì, cari inquirenti della superficialità e dell’ipocrisia, noi di Linea Libera siamo dei criminali: ma per niente diversi da quelli che, in altro secolo e in altri climi, hanno dato corpo e vita a una Costituzione che voi – a mio parere – violate serenamente, se non allegramente, come se foste degli dèi omerici con tutte le loro sconcertanti s-virtù umane.


E poiché, secondo il Socrate di Platone, non si deve maggior rispetto a un uomo che alla verità, contrastare la vostra irragionevole, presuntuosa prevaricazione, è la medaglia al valor civile più alta che un cittadino possa dire di aver ricevuto.


Prima di voi, mentre insegnai lettere classiche al Forteguerri delle piante antimafia di Curreli, un’altra democratica signora, la preside Rita Flamma, tentò di spegnere questo giornale, che all’epoca, si intitolava In folio.


Lei lo fece per livore politico contro il libero pensiero e la libertà di insegnamento: ed ebbe torto, sia da parte di Fabrizio Amato, che da parte del giudice Niccolò Calvani e, successivamente, dell’appello a Firenze. Tanto basta per ricordare che chi tocca le piaghe, riceve legnate: anche se è un medico.

Come si spiega che a Pistoia le indagini di certi sostituti non portano da nessuna parte e offendono il principio dell’art. 358 cpp?

Oggi, il primo «disegno criminoso» – e il peggiore, a mio parere – è quel modus operandi, tipico di questa vostra procura, abituata ad adottare il “concetto giolittiano di legge”.


Non siamo noi a dirlo. È il tribunale della storia che vede e rende giustizia anche su chi, della giustizia, non di rado fa strame e ingiuria adoperandone i principi non per far crescere la coscienza critica e vigile, ma per calpestarne tutti i diritti.


Viva la resistenza alla falsa democrazia dei falsi democratici! E viva un’Italia pulita e morale!


Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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