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IL 25 APRILE È QUI E LA RESISTENZA SI CHIAMA «LINEA LIBERA» OPPRESSA E SOPPRESSA DAI GIUDICI DEM


Certo che ce ne vuole di fantasia per negare il sequestro nel 2021 e per concederlo nel 2023. Ma la gip Martucci saprà leggere e capire quello che legge? O in tribunale si va a intermittenza?

Cari lettori di Linea Libera, il nostro quotidiano, che ha sempre e solo dato notizie vere, sta sull’anima ai magistrati penali della Sarcofago City di Pistoia e ai loro cani da pagliaio, i giornalisti dell’ordine toscano.


Tutti loro sono disponibili a tutelare i loro confratelli (amici, parenti, affini e quant’altro), ma non il diritto come stabilito dal nostro ordinamento. Loro si sentono vergognosamente superiori ad ogni legge.


I magistrati penali pistoiesi, in gran parte, non possono che essere definiti schizofrenici: e devono farsene una ragione. Perché, stando a quel che decidono, hanno assolutamente bisogno di cure e riposo, se non addirittura di prepensionamento, ma senza assegno, in quanto – a mio parere – pericolosi per la collettività che li paga profumatamente senza che – sempre a mio parere – se lo meritino per il lavoro scadente e umiliante che non svolgono secondo le regole di cui all’art 54 della Costituzione.


Se Saviano, un idolo della sinistra al potere, ha scritto Gomorra, nel caso di Pistoia, un “vituperio delle genti” assai peggiore della dantesca Pisa, per piazza del Duomo 6, piano terzo, è il caso di scrivere, senza mezzi termini, Camorra. È un’appropriata metafora – a mio avviso –. E qualcuno che glielo dica deve pur esserci.


Sicché, personalmente, proprio perché combatto contro i mulini a vento e per una vaga idea di pura Dulcinea del Tobosonon stuprata da chi dovrebbe proteggerci dal mercimonio legale e non lo fa: mi presto ancora volentieri, non perché spinto dal gusto del martirio, ma perché se c’è un resistente, un vero partigiano (non pappigiano come quelli dell’Anpi e di Mattarella), èccolo qui. E ha sempre creduto che l’informazione sia la vera arma da usare, specie contro il fascismo del potere che mantiene se stesso nell’oscura omertà della sante istituzioni.


Svegliatevi, gente, perché Pistoia è non un problema: è una vera e propria tragica emergenza così mantenuta da sottoboschi di interessi privati in atti d’ufficio; punizioni illegali nei confronti di chi alza la testa e chiede giustizia, che nessuno dà loro perché le cordate del potere anche a Palazzo di[n] Giustizia legano la palla al piede di tutti coloro che non sono benvisti dai signori magistrati fuori controllo, ma con volto umano e democratico.


Costoro non si arrendono mai e picchiamo la testa sempre nel solito punto, come quegli esseri primitivi che sono le testuggini. Tempo fa – e ve lo avevo fatto vedere – sia Tommaso Coletta che Claudio Curreli respinsero la richiesta di tre avvocatissime (Elena Giunti – che però non sa il latino –, Elena Augustin e Cristina Meoni) di sequestrare Linea Libera oscurandone il sito.


Oggi, questi emeriti coerenti, fanno l’esatto contrario a cuor leggero, per decisione di una Gip che non riusciva a capire gli ordini stessi da lei stessa impartìtimi: è, dunque, schizofrenico o no il comportamento di certa procura?


E vengo al merito. L’amico – unico fra i giornalisti toscani e non solo – Mauro Banchini si pone due domande chiave: 1. Io, Bianchini, mi invento le cose? 2. Io, Bianchini, dico la verità?


Domande retoriche a risposta semplicissima: 1. Io, Bianchini, non mi invento nulla; 2. Io, Bianchini, dico la verità e ne ho date prove certe opportunamente sprezzate dai giudici ideologici della procura.


Il problema è evidente dall’enormità del caso. Ed è per questo che, da ieri pomeriggio, Linea Libera è stata mandata – in metafora – al forno crematorio di Auschwitz da giudici schizo-fascisti:


1. Curreli, Grieco, Coletta, Gaspari, Martucci, Contesini, Gambassi, De Gaudio, Serranti salvo se altri, fanno come vogliono. Ignorano l’articolo 358 del cpp o lo usano a intermittenza, secondo necessità loro; non intendono indagare o svolgono solo indagini politicamente orientate; hanno loro prediletti da tutelare e difendere; ascoltano solo gli avvocati che vogliono loro e si adirano pure quando qualcuno fa loro presente che, di ciò di cui decidono, non hanno capito niente perché niente hanno letto.


2. Tutti, chi più chi meno, violano la legge abusando del loro potere pericolosamente indeterminato, e non di rado violento, protetto da CSM, Mattarella e Anm (punta massima il sostituto Curreli che dà lustro alla deviazione giudiziario-punitiva in condizioni di assoluta incompatibilità ambientale: sappiamo leggere e scrivere anche se non in lingua punico-shardana); un Curreli ben seguito, però, anche da Giuseppe Grieco, Leonardo de Gaudio, Luisa Serranti salvo se altri.


3. In questo caso specifico (il sequestro di Linea Libera: ovviamente odoroso di illegalità) hanno da tutelare i diritti inesistenti di questi personaggi precisi: 1. Romolo Perrozzi, favorito dal Comune di Quarrata e dai sostituti pistoiesi; 2. Milva Maria Cappellini, favorita dalla procura e dai procuratori del caso di specie; 3. Luca Benesperi, provatamente mentitore, falso accusatore e calunniatore (ma che fa, tuttavia, comodo per abbattere la gente che sta con Linea Libera e odia il fascio-ideologismo giudiziario).


Cari lettori, non ho servito la nazione per 50 anni per poi trovarmi fra i piedi una “camorra” di questo genere. Mi spiace dirlo, ma il prossimo passo dei giudici penali pistoiesi, quale sarà? Quello di mandarmi in esilio in Kenya o in Namibia perché qualcuno mi tolga di mezzo?


Ricordatevi solo che se dovessi avere un incidente, i primi da sentire dovranno essere proprio le persone di cui non ho punta vergogna di avere fatto il nome. E aggiungeteci anche metà dei dipendenti falsari dei Comuni di Quarrata e Agliana e parecchi non-giornalisti iscritti all’ordine piddino della Toscana.


Buon primo [o]maggio a tutti. E auguri di pronta guarigione alla Gip Martucci.

Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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