Prima gli amministratori di sinistra hanno fatto stravolgere l’ambiente e poi, per risolvere il problema, oggi costruiscono una vasca da bagno aspettando le ondate che scendono senza preavviso dalla collina massacrata
Come al solito la catastrofe dell’alluvione del novembre 2023 non ha insegnato una minchia. E in Italia le minchie si sprecano. Quando non si sa dove metterle, si fanno entrare in politica, nelle amministrazioni pubbliche e in tutto ciò che succhia denaro ed energia alla svenata repubblica dei cattocomunisti. Poi Bergoglio li benedice a prescindere.
Vi ripropongo una carrellata delle “beate minchie” sparate “a zaffa” recentemente dall’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco del Comune di Quarrata, Patrizio Mearelli, che da una parte dice A e dall’altra dice B, con la stessa coerenza che caratterizza la struttura della nostra beneamata provincia di Pistoja o forse meglio pastoja, sia nel senso di luogo in cui si pappa [da pasto] che di luogo che t’ingrippa l’economia [vedi Treccani, ma anche quattro, di cani…]).
Mearelli fa parte di una truppa intruppata da un sindaco Okkióne la cui massima aspirazione fu, era e resta, la pappagione. Dove c’è ganascia c’è casa, viene da dire parodiando la famosa battuta della Barilla. Per ganascia inténdasi Marco il burracatore.
L’amministrazione di Quarrata (cara e protetta dalla procura di Coletta, che fa anche rima) sembra la storia di Michelangelo e del marmo di Carrara.
Come lo scultore nato a Caprese pretendeva, per materia, il candido carbonato di calcio di Carrara, dalla sindaca inutile, Sabrina Sergio Gori, in poi, l’amministrazione quarratina è andata avanti per assessori ai lavori pubblici.
Se non erro, a inaugurare la serie fu il Mazzanti (che reggeva lo strascico alla regina). Poi, investito (magari!) da sindaco, si tirò dietro il Romitino, che ai lavori pubblici ci stava come (ripeteva sempre don Giuliano Mazzei, priore di Lucciano) San Buco in Paradiso: infatti la più importante attività professionale svolta dal Romitino, dopo l’incollaggio della gomma-piuma per gli imbottiti, si è arrestata al bottone-apriporta della vecchia Cassa Rurale e Artigiana di Vignole, oggi trasformata in Alta Toscana. Una pietra miliare nei fallimenti della sinistra quarratina che, dietro la sede centrale, piange la strage della piscina, buttata ai pòrci come le perle del Vangelo.
A strascico, come la pesca che l’Europa non vuole perché da loro, lassù, le aringhe, anche crude e sanguinolente, si mangiano dopo averle catturate senza strascicare sul fondo (se mai a Bruxelles sono bravi a raschiarlo, il fondo…); a strascico il Mazzanti s’allevò il Romitino; e quest’ultimo s’è tirato dietro come assessore ai lavori pubblici Patrizio Mearelli, biancherista-camiciaio 59enne artigiano del settore tessile e attivo volontario del Parco Verde di Olmi. Il volontariato al Parco Verde (svolto anche dal leghista Oliviero Billi) è il Green Pass della politica quarratina.
Come dice Alberto Vivarelli di ReportPistoia “alla fine tutto torna”. Infatti Mazzanti (ganascia), Romitino e Mearelli, fanno come la lingua: battono sempre dove il dente duole. Nel nostro caso quello che conta è l’attivismo presso il Parco Verde, dove si mangia, si beve, si balla e non si perde (e anche se non siete poeti, trovate un’altra super-facile rima in… -èrde).
Ed ecco Mearelli che dice A con le lacrime agli occhi perché, se non si rimette in piedi il Montalbano, il Montalbano ci casca addosso. Magari! Così ci leveremmo dai piedi della gente che ha fatto di tutto perché il Montalbano andasse a puttana! E tutta gente che, grazie all’inefficiente procura di Pistoia, gode della protezione dello scudo amministrativo ed è intangibile.
E se gli si ricorda – a questa gente – che, col geometra Franco Fabbri, con l’architetta Nadia Bellomo e con tanti altri bravi venditori porta-a-porta degli uffici tecnici, Iuri Gelli compreso, certi personaggetti si sono potuti murare tutto, strade, fosse, ponti, vie (e se lo avessero chiesto anche il famoso anulus – che non è l’anello matrimoniale, ma altro: inglese asshole, tedesco Arschloch …), èccoti un servo infedele dello stato, lo scout Claudio Curreli, che ti rinvia a giudizio come stalker: perché le “teste dei peni di segugio” non si toccano in quanto cittadini privilegiati e favoriti.
E dietro s’appiccica pure un f.f. Giuseppe Grieco che non distingue il diritto pubblico da quello privato e neppure vuole studiarsi le carte. O magari una Serranti che non fa differenza fra contribuente e fornitore. «Fino a questo segno», esclama la piagnucolosa Lucia dei Promessi Sposi.
Poi, sempre lo stesso Mearelli, al punto B ci illustra che la soluzione idraulica per risolvere i problemi del Rio di Lucciano (in realtà il Rio della Trave) e del Rio delle Mulina, che sboccano nella Fermulla, è la cassa di espansione del podere del Morettone. E lo fa vedere dagli schermi di Tele-Manone: il Bardelli che s’inchina a Coletta nel Canto al Balì.
Del ripristino a monte, il Mearelli se n’è bell’e scordato; non ne parla più. Non parla dei mille cittadini di città o nobili della màrsica Pescina che, fatti i quattrini, hanno ostruito come il vecchio sapone per lavatrici lavatrici, tutto il reticolo un tempo, curato a dovere dai vecchi, santi contadini. Mi verrebbe voglia di mettermi le mani nei capelli che non ho più.
Prima hanno fatto stravolgere l’ambiente e poi, per risolvere il problema, costruiscono una vasca da bagno aspettando le ondate che scendono senza preavviso dalla collina massacrata.
L’unica sarebbe che, in quei bei camponi, che un tempo erano coltivati a granturco, e in mezzo ai quali si trovavano zucche e cocomeri, che fruttificavano bene perché nel subalveo c’era terra umida, venissero nobilmente affogati tutti i politicanti della beata minchia che non si contentano di fare i medici, i burrachieri, gli apriporta e i biancheristi-camiciai, ma che – come dichiarò il nullafacente ganascia, cosa diversa da Ganesh – si sentono naturalmente portati a fare politica…
E come al solito – e ora s’incazzerà il sostituto Grieco, puritanissimo – «i più nani vanno avanti ed inculan tutti quanti»!
Ma non lo vedete, o “cittadini privati” (che in greco suonano col nome di idiòtai), che i vostri idoli sono tutti senza mutande come la Faustina?
Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]
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