Se sto offendendo Coletta, Grieco, Curreli e sua moglie Nicoletta Maria Curci, Martucci, Gaspari, Gambassi, De Gaudio, Serranti, Contesini, perché nessuno di loro si è ancora fatto avanti per querelarmi? Spiegàtemelo. Io, forse, sono un po’ duro…
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La decisione del tribunale del riesame sul sequestro di Linea Libera, decretato dalla Gip Patrizia Martucci su richiesta dei sostituti Chiara Contesini e Claudio Curreli (ma promossa a pieni voti da Tommaso Coletta), mi ha còlto di sorpresa. Non credevo che potesse arrivare tanto velocemente.
Pochissime le considerazioni, ma tutte da art. 21 della Costituzione, una carta ignota alla procura.
Non avrei mai creduto che a 75 anni di distanza dalla nascita della prima legge dello stato, potesse rinascere ancora il fenomeno tanto odiato e perseguitato dalle falangi dell’Anpi; e che ciò si ripresentasse sotto forma istituzionalizzata grazie alla provvidenza delle cosiddette «autorità costituite».
Da Mussolini, da Putin, da Mao, da Pol Pot, da Pinochet o da chi volete, puoi aspettarti di tutto. Da magistrati che lo stato paga fior di quattrini levàti dal sangue dei lavoratori (perché in fondo solo loro pagano davvero le tasse), non solo non vuoi aspettartelo, ma è ben più doloroso e vergognoso. E questo è successo.
È accaduto con la prima sbandata della Gip Martucci (arresti domiciliari a capocchia) e con la sua seconda, ancor più irricevibile: la soppressione di un giornale on line (unico libero informatore su Pistoia), la cui unica colpa è quella di tastare il polso a una provincia malata.
Più o meno di altre? Non importa. Ma malata di favoritismi, protezioni, incontinenze, oscurantismo mentale e psicologico, arroganza, presunzione: tutta roba ben accolta e accetta dai cosiddetti giornalisti dell’ordine fiorentino, da Carlo Bartoli a Giampaolo Marchini, proni al potere.
Giustizia e giornalismo in piena sintonia contro chi, del giornalismo, fa davvero quel mestiere pericoloso di cui ci parlò Montanelli: l’uomo di cui tessevano elogi, in aula, dinanzi al giudice Gaspari, i sostituti Grieco e Curreli. I meno qualificati per dare e darci lezioni in tal senso: ma certo non degni di sciogliere i lacci dei suoi calzari.
L’orrore più grande, vedere che non pochi signori della procura operano in modo da non rispettare le regole dell’art. 358 cpp. Non state a sentire quello che diceva a Tvl, dal Bardellone, il presidente della Camera Penale, l’avvocato Andrea Ferrini: stava solo leccando Coletta.
Orrore perché certi magistrati tolgono il dovuto rispetto a certi altri loro colleghi limpidi, che esistono, e che – lo sappiamo tutti – fanno della loro opera un monumento alla loro stessa vita, «con disciplina ed onore».
Orrore perché è assolutamente ignobile che persone che “stanno alla giustizia come il sale sta al caffè” (provàtelo e capirete) possano farsi grossi, nonostante le loro ignominie, tanto da proporsi come Catoni e moralizzatori di chi ha tutto il diritto di vivere, scrivere, manifestare il proprio e ottenere il rispetto che è dovuto a un essere umano.
La procura di Pistoia, così com’è, non è in grado di garantire la propria opera come si conviene e si addice ai fondamenti costituzionali.
E ciò è chiaro da come e quanto essa si ingegni – in maniera perfino ridicola, come in questo caso – a soffocare la libera voce di chi chiede legalità, diritto di difesa, indagini accurate e non confezionate a favore delle tesi dei sostituti e di un capo che lasciano intendere e vedere di avere diversi scheletri nei loro armadi.
La città e la provincia non hanno bisogno di sostituti che vengono in aula con tanto di tacco 12 e che poi escono con le più comode ballerine.
Non hanno bisogno di giovani sostituti che ignorano che in sede di riesame l’ultima parola tocca comunque alla difesa. Né di sostituti che piantano la tenda di famiglia in tribunale e operano in condizioni di inammissibile incompatibilità.
O che, a fronte di una persecuzione nei confronti di un clandestino che illustra gli eventi nella loro verità sostanziale, si preoccupano di dare man forte e sostegno agli ignoti clandestini neri che, con la loro sola presenza sul territorio nazionale, sono già di per sé reati concreti e viventi.
Aggiungo e chiudo: se non sto dicendo la verità; se sto offendendo Coletta, Grieco, Curreli e sua moglie Nicoletta Maria Curci, Martucci, Gaspari, Gambassi, De Gaudio, Serranti, Contesini (che ha il vizio, a mio parere, di studiare poco e male le questioni di cui si occupa), perché nessuno di loro si è ancora fatto avanti per querelarmi? Spiegàtemelo.
Forse perché sanno, tutti, perfettamente, che, una volta fàttolo, non possono più trascinarmi a piacere nelle sale delle torture, dove solo loro possono entrare e dove sono certi di non dover rispondere a nessuno dei loro biliosi reati?
«Guerra è sempre» e la dittatura è con noi. Perciò, viva la Costituzione e viva un’Italia una, libera, indipendente e repubblicana – non ostaggio di poteri potenzialmente deviati!
Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]
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Si sente dire che sia la Gip Martucci sia il giudice Gaspari vogliano andarsene a Firenze. Non sono soddisfatti, forse, del clima idilliaco in cui lavorano nella “degna tana” di Vanni?
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