Che a 77 anni di distanza dall’approvazione della Costituzione, e nonostante l’articolo 21, si debba ancor oggi parlare di libertà dell’informazione da difendere perché negata dai nostri Salomoni, è veramente sconcertante, cari Pm e sostituti, nuovi dittatori d’Italia!
La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti.
Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo.
Ed è in realtà un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla, ciascuna nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità.
Queste alcune delle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo i vertici della Casagit in occasione dei Cinquanta anni della Cassa di assistenza dei giornalisti.
Ora la tartaruga sicula, con la testa sempre e solo appena affacciata dalla porticina del carapace (il suo collo non si estende troppo o sarebbe costretto a vedere troppa verità), se fosse davvero convinto di quello che dice, proverebbe così tanta vergogna che non avrebbe l’ardire di inneggiare a un diritto universale dell’uomo tanto profondamente svillaneggiato, perseguitato, massacrato, ignorato, detestato, rifiutato, osteggiato, rincorso, lapidato, decapitato, impiccato, fucilato, bastonato, sbeffeggiato, frustato, frustrato, crocifisso e quant’altro, proprio dai suoi – della tartaruga sicula – magistrati che vogliono governare il mondo e plasmarlo a loro immagine e somiglianza come avviene purtroppo, anche a Pistoja.
La farebbe finita, quel non-presidente, di ripetere, a disco rotto, le ovvietà più farisaiche e, avvisato com’è che a Pistoia ci sono 7 persone 7 che lavorano di comune accordo per impedire la libertà di informazione – le cosiddette Snow White and the Seven Dwarfs, dove Snow White non intercetta la sorella del procuratore aggiunto di Firenze, Luca Turco –, il Bianco Muto manderebbe al Terzo Piano dei poteri deviati non una, ma un treno di ispezioni perché tutti i “danneggiatori delle vite altrui” a favore degli amici, fossero giustamente messi nella condizione di non nuocere alla sua (della tartaruga sicula) sorella Costituzione, e all’art. 358 cpp, quasi mai rispettato.
Solo chi fa parte della “casta degli impuniti” – e penso e intendo qui persone come la Gip Patrizia Martucci – possono affermare, com’ella ha fatto contro di me, che a Linea Libera siamo solo dei delinquenti comuni e volgari perché non obbediamo ciecamente alle «autorità costituite», che sarebbero loro.
In questo giornale, Linea Libera, che non è affatto clandestino, che non ha obblighi di registrazione checché se ne dica, ma che è massacrato nel silenzio generale di tutti (tutti indegni di rammentare il nome della libertà di stampa);
in questo giornale fatto a fette perché veritiero e perciò da sopprimere, non ci sono delinquenti con «disegni criminosi» come osa scrivere quell’impunito di Curreli, protetto da Csm, da Anm e da Procura di Genova, il quale, con la sua azione evidentissimamente deviata, viola non solo l’art. 358 cpp come fece con Padre Fedele Bisceglia, ma pure la disciplina e l’onore – suoi doveri volgarmente negletti – di cui parla l’art. 54 della Costituzione.
I disegni criminosi, a Pistoja, se ci sono, li tracciano, li innaffiano e li fanno crescere con cura tirannica, i 7 peccati capitali – Superbia, Avarizia, Ira, Invidia, Lussuria, Gola, Accidia – che si identificano direttamente con i personaggi di Snow White and the Seven Dwarfs e, in contemporanea, quel famoso Tribunale delle Esecuzioni, di cui Nicoletta Maria Caterina Curci, coniuge di Curreli, sembra essere la vera e propria punta di diamante quanto a decisioni discutibili.
E nessuno – che sia un vero essere umano, e non un semplice gregario di gregge come il 98% dei panaj di Pistoja – può non pensare che la grande azione di Tom Col («lavorerò per la gente comune») sia solo una finocchiata; e che, dunque, il complesso di tutti questi custodi della legalità non abbia, in ipotesi, una allure ben connotata di associazione di ben altro tipo.
Questa è la vera libertà di espressione, cari non-giornalisti pistoiesi in regola con l’iscrizione a un ordine professionale che non ha ragion d’essere; e che, come tutti gli altri ordini massonico-carbonari, deve scomparire dalla faccia del mondo mafioso in cui ci stanno facendo vivere attualmente, col beneplacito di certe tartarughe.
Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]
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REGIME DEL TERRORE? E NORDIO CHE FA?
STA LÌ A SCACCOLARSI COME GLI AUTOMOBILISTI AL SEMAFORO?
«Ma allora non lo volete proprio capire che ai Pm pistojesi piace arrestare la gente a gratis!»
Ecco un altro bell’esempio di quel 26% di errori, riconosciuti da Coletta, che finiscono per costare un sacco di soldi alle tasche dei cittadini di questa provincia. Dove siete politici pistojesi sempre proni a chi si arroga il diritto a imporre il proprio sbagliato punto di vista? Notate il commento dell’anonimo scrittore della Nazione: «il passo è stato breve», è bastato passare dal Gip di Pistoia a quello di Prato perché dieci arresti fossero cancellati con un colpo di spugna.
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