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planet of the apes. PROCURA DI PISTOIA E LOTTA SPIETATA SELETTIVA AI CLANDESTINI (SCOMODI)

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Angeli, arcangeli, principati, potestati, virtù, dominazioni, troni, cherubini e serafini. E al di sopra dei cori angelici del Paradiso di Dante? I Pm e i sostituti



Quand’è che il ‘giusto’ Coletta inviterà l’ingiusto Curreli a uscire dalla sua posizione di incompatibilità? O ha paura che il Curreli gli chieda qualcosa di imbarazzante sulla sua amicizia con la famiglia Turco?

Per il pianeta delle scimmie, curiose come quegli animali là, ma senza averne anche le virtù (le scimmie si ribellano e assaltano anche le loro simili, gli italiani di Pistoia dondolano nelle loro amache di ignobile indecisione); per il pianeta delle scimmie, dicevo, ricordo che stamattina si è discusso, dinanzi al collegio del riesame, Billet-Cerrone-Magi, il ricorso contro lo sconsiderato sequestro (posso esprimere una opinione?) dell’unico, vero giornale che non teme di toccare tutti i nervi scoperti di tutti. Senza sconti a nessuno.


Linea Libera, quotidiano on line (che le dice dirette e secche e, se necessario, irriverenti), è stata costretta a giustificarsi del fatto di essere una pericolosa e micidiale pubblicazione terroristico-clandestina. Vorrei, a questo proposito, sapere cosa sono i manifestini di Al Qaida…) perché la legge è al di sopra di tutti: anche di me, maledetto stalker-terrorista-bombarolo.

A Pistoia è proprio così?

È vero. La legge è al di sopra di tutti, se per tutti si intende parlare di comuni mortali e gente che, come me, non ha timore di dire, quello che pensa e vede, anche ai magistrati (non parlo di magistratura, ma di uomini che la incarnano con una toga, a mio avviso, in maniera vergognosamente indegna). Uomini e donne che, prima di fare i ganzerilloni dovrebbero lavare tutti i panni sporchi che hanno in petto.


Non parlo volutamente di coscienza perché la coscienza o si ha o non si acquista: è come il coraggio per don Abbondio.


A pestare a dovere (quanto penosamente) me e Linea Libera, stamattina c’era il procuratore Coletta qual sorvegliante in capo dei due sostituti Curreli e Contesini.


L’intervento dell’avvocata Pamela Bonaiuti lo presenteremo a tempo e luogo, quando il collegio, che si è riservato, scioglierà le riserve e darà il suo responso.


Ma una battuta della signora Bonaiuti, che mi suona a grande elogio e mi inorgoglisce assai, sono costretto a riferirla: per amor di cronaca e di verità in disuso in procura. Ha detto che, qualsiasi cosa possa fare la procura accanendosi contro di me, nessuno potrà chiudermi la bocca. Perché – ha concluso – «per chiudere la bocca al professore c’è una sola cosa: una fucilata». E se mi arrivasse… sapete già da chi.


Ha ragione la mia avvocata, perché, contrariamente a quanto pensano il sostituto Curreli e, oggi, anche la sostituta Contesini (che, purtroppo per lei, mostra e dimostra, a mio avviso – e poi lo proverò – di non svolgere le indagini, come usa a Pistoia), io non sono nato astrofisico come Galileo, pronto all’abiura. Come Dante (Alighieri o Benigni non importa) io non mi pento e non mi dolgo. Lascio agli altri il compito di piegare la schiena dinanzi a chi non merita rispetto. Lo facciano i giornalisti iscritti alla loggia dell’ordine. Ed ecco perché.


A Pistoia, a Vicofaro, ci sono 130 giornali clandestini senza nome e fuori delle carreggiate della accoglienza generale: quindi ignoti liberi in giro. Per loro la procura non si muove, non si preoccupa, non fa indagini, non pigola. Loro sono santi perché la terra, per il sostituto Curreli, deve essere aperta. Linea Libera è la dannata: perché i neri sono neri e il Bianchini le dice per come le vede. E fo sicuramente bene, se quelli che riscuotono lo stipendio da me, disonorano lo stato!


Stamattina, quando ho visto in aula il capo Coletta con i due sui aiuti, ripensando a certe storie, mi si è strizzato il cuore considerando quanto tradimento c’è in personaggi come questi, nei confronti di quella mamma Costituzione che biascicano tutti i giorni, ma trattano come una vera e propria prostituta, a partire dal non-presidente Mattarella.


Ho riletto mentalmente le dichiarazioni di Coletta in arrivo; le leccate offertegli dal dottor Donati del Tirreno; le sue promesse di «lavorare per la gente comune»; la sua avversione ai processi mediatici…


Ma se da quando è qui non ha fatto altro che smentire queste sue affermazioni che grondano ipocrisia politica da tre soldi! Rileggete il processo contro la comandante Turelli partito dal presunto furto di una chiave. Vi pare una giustizia normale?


Ho rivisto mentalmente l’inizio del Canto al Balì con Tommaso Coletta-Andrea Ferrini, auspice la melliflua lingua anguillesca del Bardelli. E ho creduto che, se non lo aveva detto ieri, 17 maggio, confessandosi a don Manone, stamattina 18, dinanzi al collegio del riesame, forse Coletta, in un momento di brumosa coscienza (ovviamente solo per errore) più che guardare i suoi pupilli, si sarebbe potuto pentire e dire di aver peccato molto in pensieri, parole, opere e omissioni.


L’omissione più grave il tacere la storia della sua vicinanza alla famiglia Turco, quella della Lucia e di suo fratello Luca, procuratore aggiunto di Firenze. E Tom Col sarebbe un magistrato terzo e imparziale? Non credo, peraltro, che ne abbia fatto cenno neppure all’avvocato Ferrini e tantomeno a Luigione Bardelli. La Camera penale – di cui Luigione ha chiesto spiegazione al Ferrini – ha un’etimologia e una cosiddetta paretimologia. Questa seconda indica, in sàtira, una qualità di tale camera: la quale può essere tale da far… pena.


Sì. Perché anche loro, gli Avv., sanno perfettamente cosa non va a Pistoia, ma ronfano nelle amache dell’inettitudine e non volano certo sui piedistalli del superuomo nietzschiano.


Perché un moralista come lui può permettersi di fare quello che gli pare anche a dispetto della legge? Provi a chiederselo anche Chiara Contesini, perché è un suo preciso dovere morale

Mi sono anche illuso che, lì presente, a fini di giustizia e dinanzi a tutti, Coletta potesse rivolgersi – secondo un suo preciso dovere – a Curreli per dirgli: «Allora, Claudio? Quand’è che invece di perseguitare la mia «gente comune», te ne vai da Pistoia dove sei incompatibile perché lavori fianco a fianco con tua moglie, la giudice Nicoletta Curci?».


Stamani, invece, nulla! Tre magistrati (valore commerciale quanto? Dai 30 ai 45 mila euro al mese? Se sbaglio mi corrigerete disse un papa polacco) impiegati per star dietro a 1 solo 1 clandestino, quando a Vicofaro ce ne sono dichiaratamente una 130-ina se non più? Meno male che la pubblica amministrazione deve operare anche secondo criteri di efficienza evitando accuratamente gli sprechi!


Ma un altro particolare deve essere messo in luce a futura memoria. Dopo l’intervento dell’avvocata Bonaiuti, hanno parlato le accuse. Soprattutto la sostituta Contesini: Curreli, stavolta, era gregario aggiunto. Terminata la dottissima discettazione della Contesini, l’avvocato Bonaiuti ha acceso il microfono ed è intervenuta per puntualizzare.


Non lo avesse mai fatto! La giovine sostituta è balzata su alzando la voce e asserendo, quasi con stizza: «Eh no, eh! La cosa è finita qui. Basta...».


Mi ha dato la netta impressione di una capoclasse-genietto che cerca di incutere timore al preside durante un’assemblea d’istituto. Che giovani sono usciti dalle nostre democratiche scuole di sinistra! Non sanno nemmen più rispettare un superiore gerarchico come un presidente di collegio!


Brillante il presidente Billet. La ha colpita e affondata con un Patriot bene assestato. Ma ormai – va detto – di gente anziana e matura in giro ce n’è così poca. I giovani sono venuti su come gallettini orgogliosi: e neppure sempre Vallespluga.


Il più delle volte mugellesi.


Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.info]

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ORA È CHIARO IL PERCHÉ CI TEMANO COSÌ TANTO

DA ODIARCI?

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