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PROCURA DI PISTOIA? MACCHÉ! SOLO UN AMMASSO DI VIOLENZA A CUI SI ACCODA ANCHE L'ODG TOSCANA


Un ammasso di bischerate una più grossa dell'altra: ma al tempo stesso un bacio della pantofola alla procura che ne sarà assai grata a Massimo Donati

Buongiorno alla famosa città di Pistoia o Sarcofago City; la capitale della cultura di Saviano 2017; la patria di Vanni Fucci; degli ordini professionali con la puzza sotto il naso; dei democratici accoglienti di Vicofaro e dei fascisti insopportabili come noi che non tolleriamo la bontà pelosa dei magistrati padroni non tutori dell’ordine né garanti della legge, ma proci affamati della corte di Ulisse che dilàpidano le sostanze dell’eroe lontano e che vorrebbero pure impalare (non è errore per impalmare…) la Penelope. La quale, guarda caso, ha una parte del nome che ricorda il trattamento riservato al popolo lavoratore tramite il… democratico esercizio obbligatorio dell’azione pen[e]ale.


Il tema non muta. È sempre lo stesso pur se apparentemente mutatis mutandis, con le mutande cambiate e fresche di bucato.


Tocca il metodo di lavoro della provvida procura-sventura che si connota per sapersi coprire di ridicolo ogni volta che inizia una – come la chiamano loro – indagine, finendo poi non di rado come il fiorentino di Riccardo Marasco il quale si alza e si trova in mezzo all’alluvione del 66: Nuoti sommerso in un mare di cacca, non sai se d’uomo oppure di vacca, non sai capire i’cche t’è successo, ti pare troppa per esser di un cesso…


Lo spunto, stamattina, ci è offerto dalla mezza paginata del Tirreno (a firma di un fedelissimo servitore della procura, Massimo Donati) che avete potuto vedere e leggere in testa e che cercherò di commentare a tutti i cittadini della città degli ottusi fornai d’età romana.


Cominciamo col dire cosa i giornalisti albigesi (da Albo) della Toscana non osano: sfidare il potere fascisticamente costituito di una procura che balla come una ridicola macchietta di se stessa. Procura chiama e Donati risponde. Non meglio La Nazione che stamani, però, tace.


Ricordo a tutti, anche se quel lentigrado di Carlo Bartoli l’avrà a noia perché non mi conformo ai suoi principi democratici di politicamente corretto fascio-comunista, che Nazione e Tirreno, esempi mirabili di correttezza giornalistica, al momento del processo Dell’Anno contro Sandro Mancini, con Giuseppe Grieco nella veste della levatrice in aula, furono chiamati a Canossa; e loro, a piedi scalzi nella cacca (però) e non nella neve, chinarono la testa al ricatto estorsivo: «Se fate una parola del processo Mancini, niente più notizie dalla procura». Detto fatto. Sarà contento il Bartoli, oggi presidente nazionale del [dis]ordine dei giornalisti!


A me, e al mio senso di stampa e informazione, queste cose fanno semplicemente ribrezzo. Perciò ho adottato la mia dissociazione da un ordine di vili «comunisti di cellula radical» che proteggono sempre (ho i cassetti pieni di prove, scemarelli tutti, Bartoli, Giampaolo Marchini e giornalisti compresi!) gente squalificata, abborracciona, infedele ai propri doveri e paracula.

Per questo pubblicai, e feci vedere a tutti, l’uso distorto e delinquenziale della giustizia per schiacciare un uomo, Sandro Mancini, che meritava solo il nostro più assoluto rispetto.


È così, caro Donati inaffidabile e anche tu un po’ cacone come il sindaco Benesperi e tutta la Pistoia doc, che 99 centesimi dei giudici – e lasciatemi dire deviati – del tribunale di Pistoia, mi odiano.


Sanno, infatti, perfettamente che io so; che ho le prove; che altro non possono fare che mettermi ogni giorno sotto il maglio della repressione perché temono che, a forza di parlare urlando, non s’abbia a svegliare qualcuno e finisca il loro bel gioco sporco di taglio dell’erba verde della città del verde ridotta al verde.


Giuseppe Grieco si accanisce contro di me per questo: ma è una eminenza grigia. Sta più defilato di un Curreli spavaldo che si configura in questi espliciti termini, che tu vorrai gentilmente riferire, o soave Donati dagli argentati corimbi:


1. è un magistrato corrotto perché tutela la legge perseguitando me, ma viola ogni giorno la legge che gli imporrebbe di non lavorare nello stesso tribunale fianco a fianco con la moglie Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni; incompatibilità ambientale. E questo è un fatto. Diglielo a quel lentigrado di Carlo Bartoli e a quell'incolto borioso di Giampaolo Marchini, quando li vedi o ossequiosamente li senti;

2. è un magistrato corrotto perché non può difendere la legalità e poi dirigere il traffico dei clandestini su Pistoia con la sua sgangherata capofila “Terra Aperta”;

3. è un magistrato corrotto perché, pur amico di don Luigione Bardelli, della sua Maic e della sua Tvl, da cui trae fama e notorietà per la sua attività scoutistica, l’unica adatta a limitare i danni da lui prodotti: nel processo contro i maltrattamenti alla Maic (la levatrice era la presidente avvocata Cecilia Turco, per altri fatti sin troppo vicina, per i miei gusti, al Pm Coletta) non solo non ha mai fatto installare telecamere all’interno della struttura per svolgere serie indagini, ma – mi risulta: e sembra risulti anche a fascicolo – in qualche modo mise sul chivalà gli amministratori della Maic, che ebbero tempo e modo di correggere certi chiodi indecorosi;


Come mai Curreli non fece installare le telecamere nella sede della Maic? E non era meglio se non assumeva la titolarità dell'inchiesta (?) data la sua acclarata vicinanza al padrone di Tvl-Tv Pistoia Libera?

4. è un magistrato corrotto perché, con tutti i suoi acclarati precedenti di stretto sodalizio con il Bardelli, ha portato avanti in processo quantomeno inopportuno contro i maltrattamenti e poi, in aula, ha mandato una Vpo, una povera avvocata pratese, forse perché lui era fuori a piantare alberi al Liceo Forteguerri in nome di Falcone e Caponnetto;

5. è un magistrato corrotto sin dall’origine dei suoi giorni e basta ricordare la vergognosa sottrazione di fascicolo che contribuì a una ignominiosa condanna ai danni di padre Fedele Bisceglia;

6. è un magistrato corrotto perché, usando ed abusando della sua mail istituzionale claudio.curreli@giustizia.it si esibisce quale non capo-scout di cui, a noi comuni mortali, non ne frega una beata minchia, ma adopera server e strumenti informatici d’ufficio concretizzando alla perfezione un’ipotesi di peculato che, è certo, farebbe pagare a lacrime e sangue a gente come la Turelli che ha fatto tre copie in ufficio con la fotocopiatrice del Comune di Agliana;

7. è un magistrato corrotto perché, con l’accordo tacito e connivente di tutti i suoi colleghi, si è perfino inventato il reato di stalking giornalistico che, come anche il Bartoli lentigrado e il Marchini borioso dovrebbero sapere, non esiste nel nostro ordinamento.


Se a questo aggiungi che: Curreli non svolge indagini (come del resto quasi nessuno in procura a Pistoia, Chiara Contesini compresa – e lo vedremo); viola continuamente l’art. 358 cpp; è, con solare evidenza, sbilanciato quanto a terzietà e imparzialità, a difendere il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (che forse conosce o direttamente o indirettamente per interposta moglie) e la signora Milva Maria Ceppellini, coniuga di un mai-comandate dei vigili di Agliana iper-protetto e favorito in Comune e in procura, il quadro è completo.


Caro Massimo della stirpe Donati della moglie di Dante…, a mio avviso ruffianello pistoiesizzato di turno, esecutore degli ordinicchi dei magistrati e del presidente del vostro graveolente ordine dei bugiardi: anche tu hai sbagliato tutto in questo tuo spurgo del 30 aprile 2023.


Come il tuo padrone Curreli e i suoi compari, non fai indagini neppure tu e apri la bocca solo perché devi dantescamente «del cul fare trombetta»… E tutto quello che hai scritto è una emerita concettosa corona di calunnie a sostegno del potere fascio-comunista imperante, nel quale anche tu nuoti senza ritegno. Perciò, in fine, dovrai renderne conto: come pure il Bartoli e il Marchini.


Pistoia ha – art. 21 del Benigni/Mattarella – una procura? No, a mio parere. È, insieme, un castello e un processo di Kafka. Anzi (e dillo a quel lentigrado del Bartoli e al borioso Marchini) di kakka. Tanto, un’incontinenza in più o in meno in un mondo di sesso fluido e di Schlein da Vogue, cosa cazzo vuoi che sia…?


Buon affondamento a tutti i conformi nell’Alluvione di Firenze di Riccardo Marasco.


Edoardo Bianchini Stalker, Terrorista, Stampatore Anonimo Veneziano ma Uomo Libero in un mondo di nani ciechi e violenti [redazione@linealibera.info]

1 Comment


Alessandro Romiti
Alessandro Romiti
Apr 30, 2023

Sempre chiaro e illuminante il Direttore. E ora il Pm scout che farà? Verrà in udienza con il ff. Grieco e il capo a sostenere l'immagine di un "ufficio della pubblica accusa" tanto eloquentemente presente con tre Pm che neanche nel maxi processo di Palermo ci furono tre pm in aula? Ne vedremo delle belle,....

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