Riaccendo il focus sulla giustizia pistoiese: quella legata non solo alle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci (ivi compresi i Comuni, evidentemente protetti dalla procura e da non pochi dei suoi sostituti), ma anche quella, molto particolare e, a mio parere addomesticata, di una delle personalità di spicco della procura medesima. Intendo il discutibile e molto discusso sostituto Claudio Curreli.
Lo farò per immagini, indicative, senz’ombra di dubbio, molto più di tante parole, difficili da seguire e impegnative per cervelli nostrali che il più delle volte sono “svogliati & faticóni”.
Come la prefetta Licia Donatella Messina in gita con la Maic, Claudio Curreli, particolarmente attento all’educazione dei pargoli alle idee del terraperturismo, in nome della terzietà e dell’imparzialità scenderà coi suoi scout-Agesci a far festa ad Agliana per cause – associazionismo che niente ha a che fare con interessi pubblicistici – che escludono ogni suo interessamento diretto.
Lo farà al grido di: «Lasciate che i fanciulli vengano a me, perché Io sono la via, la verità e la vita»?
Come potete vedere Claudio Curreli coniuga con estrema disinvoltura vizi privati e pubbliche virtù: fino al punto da adoperare la propria mail istituzionale (claudio.curreli@giustizia.it) e il server giustizia.it, come fossero sue proprietà.
Lo stesso fa quando chiede sequestri illeciti di legittime proprietà di terzi: come ad esempio la testata on line Linea Libera, lecitamente appartenente alla Cooperativa Linee Stampa Libera a.r.l. e, per i diritti d’autore, a chi ha scritto e scrive sul giornale on line fatto oscurare violando un principio basilare di diritto universale: la libertà dell’informazione.
Come può essere terzo e imparziale un magistrato che, tenuto al costituzionalmente dovere di rispettare le leggi della repubblica, coordina il flusso dei clandestini irregolari e viola la legge anche quanto a norme di rilevanza penale?
E il tutto sotto gli occhi aperti e omertosi delle «autorità costituite», del capo della procura Tommaso Coletta, di vari suoi colleghi cui non può non essere ignoto il fatto che quel sostituto lavora illecitamente nello stesso tribunale in cui è giudice anche sua moglie, Nicoletta Maria Curci.
Tutto questo, secondo il vostro parere, può essere definito o no un modus operandi di stile camorristico?
Con le sue attività “private” che poco si armonizzano con i suoi doveri d’ufficio, Claudio Curreli non di rado è sul piccolo schermo di una strana e discutibile istituzione locale come la Tvl di Luigi Egidio Bardelli.
I due si conoscono: e piuttosto bene. Don Manone (il Bardelli) non di rado lo omaggia della sua attenzione mediatica: eppure Claudio Curreli segue anche le indagini su ipotesi di reato che riguardano la Maic, Maria Assunta in cielo (buon per lei, ci sta meglio che a Pistoia!) senza alcun problema quanto a non evitare il dovere di non trattare questioni legate a conoscenti del magistrato stesso.
Ma in che giustizia stiamo navigando, Ministro Nordio?
Ecco che Curreli svolge le indagini (per lui svolgere indagini significa fare il copia-incolla delle dichiarazioni delle persone che gli servono a portare a dama le proprie tesi di «disegni criminosi» da reprimere…), per poi mandare in aula un/a Vpo: in altri termini un avvocato/a (in questo caso Angela Pasqua), perché magari in quel momento il solerte tutore di se stesso è in giro troppo occupato a piantare alberi (La Nazione scrive «alberti»: che ridere!) antimafia.
Per eccesso di specificazione, fra le persone che gli servono metto: i carabinieri della Pg, Panarello, nei secoli fedeli; tutti i funzionari e i politici falsari e calunniatori di certi Comuni (Quarrata, Montale, Agliana salvo se altri); certi ragionieri non-dottori come Romolo Perrozzi; certi comandanti come mai-comandanti dello stile Andrea Alessandro Nesti; certi sindaci diarroici come Luca Benesperi appellato cacaiola; certe professoresse non-scrittrici ma falsarie e calunniatrici come la moglie del Nesti, Milva Maria Cappellini, critica non-critica e pseudo intellettuale da Cronache di Agrùmia… salvo se altri.
Se la giustizia è quella di Curreli, poi appoggiata anche da Giuseppe Grieco, da Patrizia Martucci, da Luca Gaspari, da Chiara Contesini, da Linda Gambassi, da Leonardo De Gaudio, da Luisa Serranti e anche da personaggi accomodanti&accomodati come il luogotenente Salvatore Maricchiolo di Quarrata – a fianco dei quali si schierano i giornalisti, iscritti all'albo, della Nazione, del Tirreno e di altre testate –, qual meraviglia se poi si vedono notizie come questa che segue, o pistoiesi nati schiavi e schiavi tenuti dalla paura diarroica del sindaco cacaiola di Agliana?
Non sono le parolacce che offendono. Ad offendere sono gli uomini che promettono «pane e giustizia» come Ferrer nelle rivolte di Milano descritte nei Promesi Sposi!
GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE DI PECORE, MA DENTRO SON LUPI RAPACI [Matteo 7, 15]
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