top of page
  • liberastampa

faticones. DICEVA GANDHI CHE SE OGNUNO VIVESSE COL SUDORE DELLA FRONTE, LA TERRA SAREBBE UN PARADISO


Evidentemente non pochi in tribunale ignorano le norme di legge in vigore. O no?

Non ho mai visto un disastro più grande del tribunale di Pistoia. Lo so che lavorare stanca, come diceva Cesare Pavese, ma obiettivamente l’amministrazione della giustizia di qua, supera ogni più illogica previsione catastrofista.


A certi uffici gli par fatica far tutto: anche quello che sono tenuti a fare per precipuo dovere espressamente contenuto in una norma di legge.

Mentre Linea Libera viene classificata dalla Gip Patrizia Martucci come stampa clandestina, e perciò sequestrata su richiesta di due impareggiabili campioni di violazione degli artt. 54 Cost. e 358 ccp (sia Curreli che la Contesini non sono di specchiata fede legalitaria, quanto a sereietà di indagini: ed è facile dimostrarlo in aula a un Coletta che non vede e non sente, ma sa difendere alla perfezione la sorella di un suo ex-superiore: la Lucia Turco di Concorsopoli), certi uffici stessi del palazzo di Piazza Duomo 6 che rende folli, ci impartiscono lezioni di mancato rispetto dei doveri d’ufficio.


Ieri, come ho scritto e pubblicato, ho inviato per la seconda volta la richiesta di un 335 già inoltrata il 29 gennaio 2023 e rimasta senza risposta.


Ho ricompilato il modulo di rito preparato dalla segreteria penale, come richiesto sul sito, e l’ho inoltrato a prot.procura.pistoia@giustiziacert.it e a penale.procura.pistoia@giustizia.it.


Può far rggricciare la pelle o no...?

Se non intendo mettere il naso in un ambiente che fa più o meno raggricciare la pelle, sarò in diritto o no di inviare le mie istanze in Pec, dato che le strutture giudiziarie penali pistoiesi perdono perfino i loro documenti a fascicolo?


Ebbene: stamattina ricevo la seguente comunicazione da prot.procura.pistoia@giustiziacert.it: «La presente rappresenta notifica di RIFIUTO dell’e-mail inviata» etc. Aggiungono, poi: «L’indirizzo usato (quello di cui sopra – n.d.r.) è esclusivo solo per ricevere posta di natura ammnistrativa».


Di grazia, signori esperti della legge, tutori dei nostri destini, impiegati addetti al pubblico e ai suoi bisogni, che diavolo mai è una richiesta di 335 se non un documento di «posta di natura amministrativa»?


Non ho ordinato un Glovo e nemmeno una Pizza Margherita. O un matrimonio napoletano al Castello delle meraviglie da Donna Imma Polese.


Ora, dopo aver pubblicato, con queste osservazioni, un pezzo di “critica clandestina” degna de trio Curreli-Contesini-Martucci, spedirò la mia richiesta, come ordinatomi, a questi indirizzi: depositoattipenali.procura.pistoia@giustiziacert.it; cnr.procura.pistoia@giustiziacert.it; penale.procura.pistoia@giustzia.it.


Per amor di patria eviterò il dibattimento.procura.pistoia@giustiziacert.it, dato che non mi sembra per niente appropriato.

Non si scende, ma comunque è sempre una... porta Inferi

Al protocollo della procura di Pistoia, che risponde così, devo però fare osservare che gli manca una seria e solida cultura legale. L’ufficio deve essere stato istruito da personale del livello di Claudio Curreli, il sostituto che lavora allo stesso tempo per Dio (lo stato) e per Mammona (gli immigrati clandestini attraverso Terra Aperta); che usa la sua mail istituzionale claudio.curreli@giustizia.it per svolgere funzioni del tutto private; che si dichiara addetto-stampa (che fa? Esercita abusivamente la professione di giornalista? Che ne dice l’OdG-Toscana di Marchini?) di Agesci Scout (e chissenefrega); che vuole istruire il popolo alla cieca obbedienza di chi occupa un posto, come il suo di incompatibile ambientale, se lavora a fianco della consorte Nicoletta Maria Curci e con ilsilenzio omertoso di tutti; che protegge pervicacemente ragionieri non-dottori come il Perrozzi; professoresse non-scrittrici come la Cappellini; pseudo comandanti mai vincitori di concorsi come Alessandro Andrea Nesti suo ex collega non-togato; che non svolge mai il proprio dovere di rispettare in toto il dettato dell’art. 358 cpp.


Pistoia, insomma, in metafora, pare una parrocchia in cui il prete pedofilo che la gestisce, predica ai fedeli, la domenica a messa, di non (come direbbe il Cardinali sul Vernacoliere, Marchini?) “inculare i bambini dell’oratorio”.


Non so chi sia il responsabile di tale particolarissimo protocollo aperto “solo per pratiche amministrative”; porta di entrata che non accetta nient’altro e tutto respinge pur non potendolo fare.

Evidentemente Claudio Curreli ha dimenticato di dire al protocollo che lui accetta anche le pratiche irrituali del ragionier non-dottor Perrozzi se vengono dall’avvocata Giovanna Madera... Due pesi e una quindicina di misure?

Voglio, infatti, solo ricordare a questa burocràzia (in russo бюрократия) di ascendenza quasi putiniana e senz’altro filo-Zelensky, che nel nostro ordinamento – cosa evidentemente ignorata – esiste anche la disposizione che segue:


L. 241/90 e succ. modif. – Art. 6. Procedimento di accesso formale 1. [omissis]

2. La richiesta formale presentata ad amministrazione diversa da quella nei cui confronti va esercitato il diritto di accesso è dalla stessa immediatamente trasmessa a quella competente. Di tale trasmissione è data comunicazione all’interessato.


Questa è la legge. E sarebbe dunque il caso che, con molta più umiltà, meno puzza sotto il naso e magggior rispetto delle norme, lo schifiltoso protocollo desse prova della propria capacità di sapere assolvere a tutti i propri compiti: quelli per i quali riscuote non solo una parte di stipendio derivante da tasse, ma l’intera cifra che gli viene accreditata sul contocorrente bancario o postale che sia.


Detto questo: gli uffici giudiziari di Pistoia sembrano o no autocrati e auto-detentori dello ius faciendi quod mihi paret et placet?


Perciò, come Catone per Cartagine, ego censeo tribunalem pistoiesem arandum cum erpice esse seminandumque cum sale et pepe ex articulo XXI spregiatae Constituzionis mattarellicae


«S’ha a durar dell’altro», disse Batman in una famosa scenetta di Vernice Fresca, programma tv anni 90?

Edoardo Bianchini clandestino [direttore@linealibera.info]

_________________________________________


Si canimus silvas, silvae sint consule dignae (Virg., Ecl., 4, 3): parlando di un console, se cantiamo di boschi, che i boschi siano degni di un console. A ciascuno il suo, osserverebbe Sciascia.


Spiego, per la generale incultura della nostra pubblica amministrazione, che questo è il principio del cosiddetto “prèpon platonico”, ossia dell’armonizzazione dei toni e dei livelli cromatico-espressivi, secondo cui ci vuole – vedi la Schlein – l’intervento dell’armocromista a 300 € l’ora per un un appropriato accostamento di colori.

Tant’è che, per un ufficio giudiziario che non conosce la legge, la lingua più appropriata non può che essere un bell’esempio di latino… maccheronico!

Comments


bottom of page