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ordini&procure. «NOI SIAMO LE VERGINI DAI CANDIDI MANTI…», VARIA UMANITÀ SULLA CORRUZIONE

Aggiornamento: 11 mag 2023


Il mio intervento a contestazione dell’operato della commissione di disciplina dell’ordine dei giornalisti della Toscana, filmato da Lorenzo Cristofani prima dell’abiura contro “Linee Future” e dell’attuale suo illogico sostegno al mai-comandante Nesti di Agliana per interposta moglie protetta dalla procura di Pistoia

Resto sul tema della sputtanaggine di una delle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci: l'ordine (ma quale?) dei giornalisti, ben assistito e servito da certe procure, in questo caso Pistoia.


Perché fra ordini/disordine (non solo dei giornalisti del Marchini) e procure fuori controllo, le affinità non sono minime né casuali.


Come infatti certi campioni proiettano la legge a loro immagine e somiglianza, reprimendo, con un potere bieco e cieco, i giusti a favore dei peccatori; così i giornalisti della next generation e del futuro, bramano, attraverso le loro commissioni di disciplina, macellare tutti coloro che, come la gente che lavora in Linea Libera, pensano con il proprio cervello e non con quello dei politicamente corretti sinistrofili al potere.


Ecco un esempio da verità fattuale. Poi magari Giampaolo Marchini, presidente del nulla che rappresenta il suo mondo fallace, potrà anche farmi querela aldilà del mio esercizio abusivo della professione di giornalista e di stampa clandestina.


L’ INQUISIZIONE DI DISCIPLINA TERZA E IMPARZIALE DELL’ ODG TOSCANA



Anno 2015. Nella riunione del 12 giugno – all ’epoca ero direttore responsabile di Linee Future – la commissione di disciplina (tribunale penale dei giornalisti), composta da Gianfrancesco Apollonio presidente e relatore-istruttore; Giampaolo Marchini segretario, e Simona Poli membr-a, prende in esame un esposto di un certo signor Luca Cei, che si firmava avvocato senza essere iscritto all’ordine (quindi abusivo).


Il Cei, avvocato abusivo dell’Usl, agisce in nome e per conto di una pseudo-giornalista dell’Usl 3 Pistoia (peraltro dichiarante su Facebook tutta la sua dedizione al Partito Democratico), indicata da noi come una “diffonditrice di fake news”. E nonostante l’evidenza dei fatti, la compagna viene spudoratamente salvata mentre per me finisce in censura. Sembra di vedere una premonizione dei comportamenti della procura di Pistoia, con geni come Curreli, Grieco, Martucci, Gaspari salvo se altri...


Notate che, prima di giungere a questo, c’è stata l’audizione di una sfilza di testimoni (5: dico 5) concordissimi nel riferire che la non-giornalista scriveva comunicati stampa penosamente falsati pro domo Sanità Toscana di: Alessandro Scarafuggi, Roberto Abati e, infine, Paolo Morello Marchese.


Sapete chi era collega, in quel momento, dell ’abusivo avvocato Luca Cei ai vertici dell ’Asl 3 Pistoia? Una certa dottoressa Lucia Turco, la concorsopolitana, sorella di un certo dottor Luca Turco, procuratore associato di Firenze, e superiore dell’attuale procuratore capo Tommaso Coletta. Per eccesso di specificazione, anche cugina della president-a dell’ordine avvocati di Pistoia, Cecilia Turco. Com’è piccolo il mondo, eh? E il sangue, alla Totò, non è acqua.


Iniziarono a disfare la sanità pistoiese e distrussero l'ospedale di San Marcello. Ma non si doveva dire....

Di tutto il processo (anch’esso politico), che fu uno sconcio amministrativo – ricordate che Giampaolo Marchini era segretario –, restano le prove trascritte e vocali.


E se mi gira come a don Bastiano (vedi qui), uno di questi giorni pubblico tutto anche se mi trascinano in tribunale: perché il tribunale cos ’è se non una delle «autorità costituite» che difende sovieticamente il potere e i compagni?


Dinanzi all’evidenza della spudoratezza della non-giornalista protetta dal soviet, la censura arrivò come si legge in uno scritto di Galilei, in cui lo scienziato rimprovera agli aristotelici di non essere obiettivi perché, pur avendo visto in autopsia che al cuore è unito un solo unico nervo, quei supponenti filosofi finiscono con l’asserire postulaticamente che tutti i nervi partono dal cuore perché… ipse dixit, lo ha detto Aristotele. Parola del Signore (e onestà dei compagni).


Ricorso all’ordine nazionale Roma, ma inutile. Roma conferma. Anche lì una semina di compagni da far rizzare i capelli. Terzo passo kafkiano: ricorso al tribunale civile di Firenze.


Vista la cupola (perché l ’Usl Toscana e l ’OdG cos’altro sono, scusate?), la cosa va in mano a chi? Sorpresa! Tocca alla signora dottoressa Daniela Garufi, giudici-a ben nota a Pistoia. La Garufi – questa va detta e sottolineata – aveva già scritto la sentenza, comprese le motivazioni, prima ancora di farci parlare. E non dico altro. Qui il mio commento pubblico.


Anno 2017. Il 27 marzo, presso l’Hard Rock Cafe di Firenze (ore 9-11) Luca Frati tiene una lezione per l ’aggiornamento dei giornalisti. Il relatore parte premettendo che non gradirà, da parte dei colleghi presenti, che intervengano e riportino “loro situazioni personali e/o sindacali come accaduto alla precedente sua identica lezione”. Frati ci illustra i principi deontologici e indulge – anche – sul rispetto della privacy e degli aspetti che nulla hanno a che vedere con il giornalismo come professione.


A 20 alle 11, il relatore chiede se “vi sono domande” e una presente alza la mano. Avanza fin sotto il palco, prende il microfono e si presenta con nome e cognome. È la non-giornalista dell ’Usl, iperprotetta da tutti. La quale racconta, non senza livore, la sua vicenda contro di me: citato per nome e cognome dinanzi a oltre 80 presenti. Non è diffamazione questa, vero ex-diciplinaro e oggi presidente Marchini?


Qualcuno si chiede, in platea, “ma qual è la domanda?” (che, in effetti, non c ’è). Ma l’iper-protetta entra ancor più nel personale, apostrofando la persona con cui ha il “presunto” contrasto e grida: «Hai capito Bianchini?». L’intervento è, ovviamente, registrato. E il vocale fu anche trasmesso – inutilmente – all’allora presidente Carlo Bartoli e alla inerte e collusa commissione di disciplina, di cui Marchini era parte. E ora attenti.


Luca Frati parlava dal palco dell’Hard Rock. Poi il blitz della non-giornalista. Lui restò interdetto, non sapeva cosa inventare. Era timido come quando (anni 70) veniva a fare le partite di serie D con il Quarrata in casa…

Terminata la “geremiade”, la non-giornalista dell ’Usl torna al suo posto.


Ed ecco che le si avvicina un distinto signore, che si qualifica come membro della commissione di disciplina che ha trattato, a suo tempo, il caso sfociato in censura.


E le dice di essere Giampaolo Marchini. Il quale le palesa tutta la sua solidarietà (sic!) e la invita “a produrre altra documentazione da inoltrare alla commissione di disciplina al fine di aggravare lo stato del dr Edoardo Bianchini”. Ebbràvo Marchini!


Di tutto questo ci sono prove documentali, per cui io chiedo a Giampaolo Marchini, neopresidente, con tante chiacchiere e poca sostanza, dell ’ordine dei giornalisti di Firenze:


1. Quali provvedimenti sono stati presi nei Suoi confronti dalla commissione di disciplina per questa Sua intollerabile negazione di terzietà e imparzialità?

2. Sputtanare una persona dinanzi a 80 e più giornalisti, lo ritiene un diritto di una non-giornalista iper-protetta solo perché è fedelissima del Pd?

3. Come mai l ’allora presidente dell’ordine Carlo Bartoli non La deferì alla commissione di disciplina, che pure era stata informata del fatto?

4. Per gli amici le leggi si intrpretano e per i nemici, come me, si applicano scimmiottando i sostituti pistoiesi e il loro modo anormale di operare?

5. Accade anche fra i giornalisti iscritti all’ordine, come fra i magistrati, che si discrimini senza pietà il sommerso (spirito indipendente) dal salvato (di fede di sinistra o piddina)?

6. Pensa, presidente Marchini, che io possa pensare che le sue osservazioni siano verità tolte dalla Sacra Bibbia dei fedeli servi del potere?

7. E in ultimo: ma chi La ha votata, se non quella esigua frangia sinistrese di soldati che hanno sullo scudo non la lambda di Leonida, ma le iniziali del PD?


Ecco perché personalmente ritengo disonorevole ossequiare acriticamente un ordine di questa razza, che non può che generare informazione adatta alla corruzione del nostro tempo sciagurato.

Edoardo Bianchini clandestino [direttore@linealibera.info]

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Meglio stampa clandestina

che una stampa “alla marchina”!

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Domani seconda puntata di analogo argomento. Titolo: procure&ordini. «NOI SIAMO LE VERGINI DAI CANDIDI MANTI…», VARIA UMANITÀ SULLA CORRUZIONE

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